Ciro Grillo, il video dello stupro in tribunale: dramma in aula, Silvia esce

“A un certo punto sono svenuta”. Giornata drammatica in aula a Tempio Pausania, dove si è celebrata una nuova udienza del processo per stupro che vede tra gli accusati Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, insieme a tre suoi amici, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta.

La ragazza italo-norvegese che li ha accusati, identificata con l’alias “Silvia“, era in aula ma ha preferito uscire nel momento in cui sono state mostrate le immagini e il video che ritraggono la violenza di gruppo che sarebbe avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villa di Porto Cervo di proprietà del comico genovese. Come aveva spiegato in una precedente udienza la sua legale, Giulia Bongiorno, “Silvia” non aveva mai voluto vedere quel video girato dagli imputati. I loro avvocati ritengono quelle immagini a favore della loro tesi della consensualità dei rapporti sessuali.

Il filmato riproposto in aula è uno dei 4 video in esame, oltre ad alcuni fermo-immagine che i legali della difesa hanno utilizzato per incalzare la ragazza sull’abbigliamento di quella sera, su cui, accusano, risulterebbero alcune incongruenze. Silvia ha risposto alle domande degli avvocati dei 4 accusati protetta da un paravento, ma è stata sopraffatta dall’emozione:  “Ho visto tutto nero – ha spiegato la studentessa -, il mio corpo non mi rispondeva, ho avuto un mancamento e sono svenuta“. 

L’istanza di un’udienza protetta, in occasione della prosecuzione del controesame della teste, era stata presentata dai legali della ragazza e giustificata dalle sue condizioni di fragilità e vulnerabilità, dopo essere stata sottoposta a oltre un migliaio di domande il 7 e 8 novembre e il 13 e 14 dicembre scorsi. I suoi avvocati hanno allegato una valutazione psichiatrica e una psicologica, da cui emergerebbe un peggioramento della sua condizione.

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