Caso Leonardo La Russa. Interrogata la ragazza. Sembra una sceneggiata. Il referto della Mangiagalli non rileva la droga dello stupro

La 22enne che ha denunciato Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, ha sostanzialmente confermato davanti ai pm di Milano la versione fornita nella denuncia per violenza sessuale.

Per tre ore la presunta vittima ha “sostanzialmente confermato” quanto denunciato lo scorso 29 giugno, a quasi 40 giorni dalla serata in cui, in un locale di via Merlo di Milano, incontra per caso l’ex compagno di liceo. La giovane è in compagnia di un’amica – e a loro si unisce un’altra ragazza -, la 22enne beve due drink poi il buio. La mattina del 19 maggio scorso si sveglia nel letto di Leonardo e “mi conferma che sia lui e sia il suo amico Nico” – identificato ma non indagato – “avevano avuto un rapporto con me a mia insaputa” scrive nella denuncia e sostanzialmente conferma davanti ai pm Rosaria Stagnaro e Letizia Mannella e al capo della squadra Mobile Marco Calì.

E’ in una chat con l’amica con cui raggiunge il locale che di fatto viene ricostruita la serata e la possibilità di aver bevuto un cocktail ‘drogato’. Il referto della Mangiagalli certifica un’ecchimosi al collo e un graffio alla coscia sinistra, non sembra rilevare la droga dello stupro, ma testimonia l’assunzione di cocaina (che la ragazza ammette di aver assunto prima di andare in discoteca), la presenza di benzodiazepine per aver ingerito un ansiolitico e di cannabinoidi. A 40 giorni dai fatti arriva la decisione di denunciare per violenza sessuale Leonardo La Russa, il quale – tramite il suo avvocato Adriano Bazzoni – respinge le accuse.

Sono quattro in tutto, presunta vittima compresa, le persone sentite dai pm di Milano (Rosaria Stagnaro e Letizia Mannella) e dalla squadra Mobile che indagano sull’ipotesi di violenza sessuale. E’ soprattutto l’amica di lunga data ad avere un interesse investigativo: la mattina dopo, quando la presunta vittima si sveglia accanto a Leonardo, è a lei che chiede spiegazioni via chat. E’ l’amica a provare a riempire quel ‘blackout’ che sarebbe dovuto all’assunzione di un drink probabilmente drogato ed è lei a poter spiegare quali sono le condizioni psicofisiche della 22enne durante la serata. A testimoniare davanti agli inquirenti è andata anche, da quanto trapela, la migliore amica della presunta vittima perché tra le due c’è un’altra chat che risale sempre alla mattina del 19 maggio. Di fronte al racconto dell’ipotetica violenza, la coetanea (non presente alla serata) le suggerisce di denunciare.

Le testimonianze di oggi, sono ancora in corso le fasi di verbalizzazione, potrebbero aver restituito un quadro più chiaro su quanto accaduto quella sera e sulla credibilità della 22enne che riferisce, sempre in denuncia, che il rapporto non consenziente ci sarebbe stato anche con un altro ragazzo. Il giovane deejay, indicato con il nome di Nico, è stato identificato ma non indagato. Qualora fosse iscritto la procura procederebbe per violenza di gruppo.

Pubblicato da edizioni24

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