Carlo Calcagni, Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano e Componente del Comitato ONA, giovedì ospite a Roma

Si terrà il 23 novembre 2023, dalle 10:00 alle 13:00, nella Sala Tevere della Regione Lazio, il convegno “Amianto e Uranio, in guerra e in pace: ricchezza e povertà dall’energia alla salute“, organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto.

Durante l’incontro sarà posta l’attenzione sull’amianto e sui danni alla salute che tale cancerogeno può provocare sia ai cittadini, sia ai militari impiegati in fase addestrativa e operativa. Sarà trattata l’importanza della prevenzione, della tutela della salute e della protezione dell’incolumità dei nostri soldati, i quali, sia in pace sia che in guerra, corrono il rischio di subire gravi danni alla salute a causa delle esposizioni a tale cancerogeno presente ancora nei siti militari.

Saranno inoltre discussi i rischi connessi causati dall’esposizione all’uranio impoverito, contenuto nei moderni proiettili ad alta efficienza. Le nanoparticelle dovute all’esplosione dei proiettili possono contaminare il territorio interessato da operazioni militari, anche a danno della popolazione civile e per un lungo periodo. Una particolare testimonianza degli effetti cancerogeni di queste esposizioni sarà resa da uno dei relatori presenti al convegno, il Colonnello Carlo Calcagni.

Questa occasione d’incontro darà la possibilità a professionisti ed esperti di confrontarsi su questa emergenza e sui progressi sia della ricerca medica, sia in ordine ai dispositivi e alle buone pratiche per una maggior tutela dei diritti delle vittime.

Il Convegno è in corso di accreditamento presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma. Per maggiori informazioni: [email protected] – https://www.osservatorioamianto.it/

CARLO CALCAGNI, Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano e Componente del Comitato tecnico-scientifico dell’ONA.

SINDROME DEI BALCANI

Il Calvario di un Veterano: dalla contaminazione al riconoscimento giuridico della malattia.

L’aspetto traumatico, psicologico e legale.

La Patria è la fede nella Patria, asseriva Giuseppe Mazzini. Ebbene, quando questa fede è talmente fervida da sacrificare in suo nome anche la propria vita, allora ci si imbatte nella storia di un militare, un soldato, un vero combattente, un Uomo di nome Carlo Calcagni.

Durante l’adempimento del proprio dovere, da fedele servitore dello Stato, nel ruolo di pilota elicotterista dell’Esercito Italiano, in una Missione Internazionale di Pace della NATO nei Balcani, sotto l’egida delle Nazioni Unite, si imbatte, senza alcuna possibilità di riconoscerlo ed affrontarlo, in un nemico invisibile – l’uranio impoverito –, che gli regalerà un lunghissimo, freddo elenco di patologie, per l’esattezza 24.

Non vi è alcun dubbio che si tratti di una tragedia!

Quella di Calcagni risponde canonicamente persino alle regole delle tre unità aristoteliche fissate per la tragedia classica: unità di azione, di tempo e di luogo.

Nel 1996, a Sarajevo, tra le numerose missioni di volo, Calcagni ha svolto anche servizio MEDEVAC (evacuazione medico-sanitaria), il più nobile dei servizi per la collettività: “salvare vite umane”.

Agli elogi ed agli encomi, conferiti per aver portato a termine tutte le missioni di volo affidategli e per aver dato “lustro” all’Esercito Italiano in contesto internazionale, si aggiungono i doni indesiderati del nemico invisibile e negli anni le privazioni e le rinunce, che la grave malattia multi-organo, cronica, degenerativa e irreversibile ha portato con sé.

Piano piano, è stato imposto ad un soldato modello, encomiato ed elogiato, di abbandonare il volo e gli è stato impedito di continuare a servire lo Stato.

Molto gli è stato sottratto nella vita lavorativa, personale ed affettiva.

Persino la sua grande passione, il ciclismo, è caduta sotto i colpi delle nano-particelle di veleno: i trofei, le medaglie conquistate in anni di sacrifici erano tutti lì a ricordargli le tante imprese, un tempo frutto di ferrea volontà, ora solo un ricordo.

Far luce sulla pericolosità delle munizioni ad uranio impoverito, il cui utilizzo ha suscitato evidenti interessi in ambiti sia civili sia militari (in quanto materiale di scarto ad alta densità e basso costo) diventa un’esigenza impellente per il Colonnello, Veterano che ha vissuto e continua a vivere quotidianamente questo calvario su due fronti: gli intoppi e gli ostruzionismi della burocrazia sanitaria e militare, da una parte; le terapie, dall’altra.

Informarsi, documentarsi, reperire dati, ricercare: conoscere è il primo passo per comprendere la realtà e, quindi, operare in essa con consapevolezza e coscienza critica.

L’approccio alla conoscenza della storia, dei fatti, degli avvenimenti, facendo dialogare tra loro diversi canali – ricostruzione storica su base documentaria, testimonianze, episodi concreti – conferma che agire come cittadini attivi, responsabili e consapevoli, in una società complessa come la nostra, parta dallo studio meticoloso della stessa.

Le vittime spesso vivono e muoiono in un limbo di non riconoscibilità: vittime del dovere?

Soggetti equiparati?

Un ampio focus sulla giurisprudenza relativa a queste due categorie, in particolare l’affondo sulla Legge 23 dicembre 2005 n. 266 – commi 563 e 564, così come sugli artt. 1904 e 1907 del Nuovo Codice dell’Ordinamento Militare, sottolinea l’importanza del chiarire per non confondere.

Sviscerare la cosiddetta “sindrome dei Balcani”, nelle sue pieghe più recondite e nei suoi meandri più nascosti, approfondendo le patologie da DU, con l’implicazione delle nanoparticelle di metalli pesanti e il fenomeno dell’inquinamento bellico, illumina le menti, scuote gli animi, interpella le coscienze: di tutti e di ciascuno.

I lavori delle diverse Commissioni parlamentari d’Inchiesta sull’uranio impoverito, da un lato, alcune dichiarazioni “scottanti” del Pentagono, dall’altro, portano alla luce verità nella loro totalità, verità parziali, verità negate o ritrattate.

La voce accorata del padre del Veterano accende poi un faro su un ulteriore dramma nel Dramma: i familiari delle Vittime del Dovere, altre “vittime” in questa buia pagina del nostro Paese, spesso abbandonati, dimenticati, non considerati.

Giustizia, Verità, Rispetto: una triade di valori e ideali che continua ad ispirare l’agire quotidiano di un “eroe per gli altri”, che affronta lunghissime ed estenuanti battaglie, con grande dignità, a favore di diritti, riconoscimenti, tutele per chi soffre come lui e per le loro famiglie.

Un veterano caparbio, tenace, determinato, resiliente e, soprattutto, resistente, il quale crede fermamente in quello che fa per ottenere quello che vuole, facendo proprio il pensiero di Charlie Chaplin:

È veramente bello battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione. Perdere con classe e vincere osando, perché il mondo appartiene a chi osa! La vita è troppo bella per essere insignificante.”

Pubblicato da edizioni24

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