Camici, la Corte d’Appello proscioglie Fontana dopo 3 anni di gogna mediatica: “Il fatto non sussiste”

La Corte d’Appello di Milano ha confermato il proscioglimento di Attilio Fontana per il “caso camici“. Finisce cosi il calvario di tre anni per il governatore della Lombardia, massacrato dalla stampa per un’inchiesta che si è rivelata priva di fondamenta. Era finito sotto inchiesta, insieme ad altre quattro persone, sull’affidamento da parte della Regione di una fornitura ( poi tramutatasi in donazione) di 75mila camici e altri dpi alla società del cognato Andrea Dini.  Il 13 maggio 2022, il gup Chiara Valori in udienza preliminare aveva emesso sentenza di “non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”.

Oggi la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza del gup di oltre un anno fa. Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni. Il gup aveva scritto che la “trasformazione” da fornitura in donazione alla centrale acquisti regionale dei camici e di altri dispositivi di protezione personale da parte di Dama spa “si è realizzata con una novazione contrattuale che è stata operata in chiaro. Portata a conoscenza delle parti, non simulata ma espressamente dichiarata”. Non ci fu quindi alcun “inganno”. La decisione non è appellabile.

“Ha patito per tre anni su una graticola e poi oggi è finita così”, è il commento a caldo dell’avvocato difensore di Fontana, Jacopo Pensa. “Siamo stati coinvolti in una vicenda che da un punto di vista penale non aveva nulla, mi spiace per chi ha lavorato per nulla. Siamo molto soddisfatti. Ma non del fatto che ci siano voluti così tanto tempo e risorse per stabilire una cosa di buon senso, evidente. Ci spiace per il tempo perso e le risorse sprecate”.

Fontana se l’aspettava. “Sono molto contento, me lo aspettavo. Ma è sempre una grande gioia vedere che la propria linearità di comportamento sia stata riconosciuta”, dice Fontana durante un sopralluogo a Malpensa Cargo. È la fine di un incubo iniziato proprio in una stagione particolarmente drammatica per la Lombardia, la regione che più ha patito l’ondata drammatica dell’esplosione del covid. Seppelliti dai giudici 36 mesi di processo mediatico, richieste di dimissioni, di pettegolezzi sulla moglie e sui conti all’estero della madre. Confermato il proscioglimento anche per il cognato Andrea Dini, titolare di Dama spa. Per Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, ex direttore generale e dirigente di Aria, la centrale acquisti regionale. E per il vicesegretario generale di Regione Lombardia Pier Attilio Superti.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.