Caccia italiani intercettano aerei da ricognizione russi

By Filippo Jacopo Carpani

Alta tensione nei cieli del Baltico. In 24 ore, nelle mattinate del 28 e 29 marzo, i caccia Eurofighter italiani della Task force Air 4th Wing sono decollati due volte dalla base polacca di Malbork, per intercettare aerei russi in volo sulle acque internazionali. L’allarme è stato lanciato dal centro di comando della Nato con sede a Uedem, in Germania. In entrambi i casi, gli F-2000 battenti il tricolore hanno identificato i velivoli della Federazione e sono rientrati all’aeroporto militare.

Secondo quanto comunicato a LaPresse da fonti informate, gli aerei di Mosca non rispondevano ai segnali radio. Pare che essi fossero Ilyushin Il-20M, mezzi da ricognizione che già alla fine del mese scorso erano stati intercettati da caccia francesi e tedeschi nei cieli di Finlandia ed Estonia. Secondo il ministero della Difesa, “non avevano intenzioni ostili”.

La Tfa opera nell’ambito della missione di difesa collettiva Enhanced air policing (Eap) dell’Alleanza atlantica, attiva anche in tempo di pace e volta sia alla costante sorveglianza dell’integrità dello spazio aereo della Nato, sia all’identificazione di eventuali violazioni e al loro contrasto tramite azioni come lo “scramble“, ovvero il decollo rapido di intercettori. La Task force impiega quattro velivoli italiani provenienti da altrettante unità dell’Aeronautica militare: il quarto stormo di Grosseto, il 36esimo stormo di Gioia del Colle, 37esimo di Trapani e 51esimo d’Istrana. Essi hanno sostituito la precedente Tfa 32 Wing a fine febbraio.

Il nostro contingente è posto sotto la diretta dipendenza nazionale del Covi (Comando operativo di vertice interforze) ed è composto da circa 150 tra piloti, personale tecnico e logistico. Opera al fianco della Polish air force e collabora alla protezione del fianco nord-est della Nato, un obiettivo garantito dalla capacità degli Eurofighter di poter decollare in pochi minuti e intercettare qualsiasi traccia sospetta rilevata dai radar.

Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, l’Alleanza atlantica ha rafforzato la sua presenza al confine con la Federazione e si sono moltiplicati gli incontri ad alta quota tra i velivoli di entrambi gli schieramenti. L’allerta è costantemente alta, soprattutto durante le massicce campagne di bombardamenti delle truppe di Mosca contro obiettivi strategici del Paese invaso. In particolare, nella notte tra il 28 e il 29 marzo l’esercito di Putin ha lanciato 99 missili e droni verso le regioni centro-occidentali controllate da Kiev. La Polonia ha fatto decollare i suoi caccia, per garantire la sicurezza del proprio spazio aereo, e un velivolo senza pilota si è schiantato in Romania a circa una ventina di chilometri dal confine con l’Ucraina.

Pubblicato da edizioni24

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