Bruno Vespa imbarazza Conte: “Non si può stare fermi per paura” E sputtana i disastri giallorossi

«Non possiamo stare fermi per paura»: e con una semplice osservazione, Bruno Vespa ridicolizza l’ennesimo disastro di Conte sull’emergenza Covid. Una frase, quella del giornalista Rai, che se da un lato risuona come un monito agli italiani rispetto alla crisi sanitaria in corso; dall’altro contiene tra le righe un duro attacco al premier e al suo ennesimo passo falso in materia di prevenzione e contrasto la virus: il prolungamento dello stato di emergenza.

Una frase, insomma, quella assestata da Vespa un po’ come un cazzotto sotto la cintura, che richiama molto da vicino le parole di Alberto Zangrillo: sia il giornalista che il primario di terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano, sono convinti che il Covid-19 “circoli ancora”, ma abbia decisamente “perso d’intensità”.

Altrimenti come spiegare, rilanciano giornalista e medico, che “nessuno finisce più in terapia intensiva”? E allora, esorta Vespa nella sua requisitoria, “rispetto rigoroso delle regole”. Poi però aggiunge subito: “Ma non si può vivere in una emergenza psicologica permanente”…

Il duro attacco dello storico conduttore di Porta a Porta arriva diretto dalle colonne del Giorno che, parola per parola, raccolgono il duro sfogo del giornalista e la sua amara disamina sulle limitazioni governative. “L’aumento quotidiano di contagi – denuncia Vespa al quotidiano, poi ripreso anche da Libero – pure se inferiore a quello dei principali paesi europei, dimostra che troppa gente non rispetta le regole di base. E va sanzionata sul serio”, anticipa il celebre volto di Raiuno. Poi, però, a stretto giro aggiunge: “Ma questo non giustifica limitazioni generalizzate”.

Insomma, Vespa non fa sconti e non ricorre a inutili perifrasi: non ha alcuna intenzione di accreditare le bugie di Conte e di difendere il suo operato. Ultime decisione comprese: quelle varate nonostante il “no” del Comitato tecnico scientifico, e che hanno bloccato tutto il Paese. “Il pasticcio combinato all’inizio di marzo quando il Cts suggeriva una chiusura parziale dell’Italia e il governo prima tardò, poi decise per il blocco totale”… 

E ora? Ora tanto e tale pregresso sdovrebbe aver indotto il premier a “garantire – insiste Vespa – di non ripetere a nessun costo il lockdowntotale: il costo sarebbe insopportabile”. Eppure...

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