Borsellino, Meloni domani a Palermo. La sinistra monta il caso (inesistente) della fiaccolata

Come ogni anno Giorgia Meloni sarà domani a Palermo per ricordare Paolo Borsellino nel giorno dell’anniversario della strage di via d’Amelio. Per la prima volta in tanti anni ci andrà da presidente del Consiglio, con un’agenda che scandisce le iniziative istituzionali per la giornata. Meloni, invece, quest’anno non parteciperà, come fatto in altri anni da militante e poi da leader di partito, alla tradizionale fiaccolata che parte da piazza Vittorio Veneto e arriva a via D’Amelio. Una circostanza diventata oggetto di speculazioni e strumentalizzazioni politiche, sebbene la presenza del premier non fosse stata annunciata.

Le commemorazioni si apriranno alle 8.45 alla caserma Lungaro, dove Meloni deporrà una corona di fiori davanti alla lapide dei poliziotti delle scorte morti nelle stragi del 1992. Poi andrà al cimitero a rendere omaggio a Borsellino e nella Chiesa San Domenico dove è sepolto Giovanni Falcone. Successivamente andrà in Prefettura, dove presiederà un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, alla presenza del prefetto Maria Teresa Cucinotta, del capo della procura Maurizio de Lucia e dei vertici delle forze dell’ordine: un gesto insieme concreto e simbolico per rinnovare l’impegno del governo nella lotta alla mafia, che fu anche al centro del suo discorso di insediamento, quando ricordò di aver iniziato a fare politica a 15 anni, proprio all’indomani della strage di via D’Amelio, e ricordò che “il percorso che mi ha portato oggi a essere presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe”.

Domenica, a margine del viaggio sul nuovo Frecciarossa Roma-Pompei, il premier, rispondendo a una domanda dei giornalisti, aveva detto che non sono “mai mancata a via Damelio, non mancherò neanche quest’anno”. E subito su giornali come La Stampa e Repubblica sono partiti i retroscena sulla sua presenza o meno alla fiaccolata, sul fatto che era combattuta, sulle vocine che le sussurravano che avrebbe potuto ricevere qualche fischio, sui presunti imbarazzi per la riforma della giustizia e via immaginando. Una narrazione buona per preparare il terreno all’idea della ritirata dalla piazza, che infatti oggi campeggia insieme ai “motivi di ordine pubblico” nel titolo di Repubblica, che parla di “diserzione”, e nell’articolo de La Stampa, secondoo il quale Meloni avrebbe “declinato”, sebbene la stessa testata appena ieri spiegasse che la partecipazione non era prevista e si limitasse a ipotizzare, sulla base di indicatori non precisati, che “non è ancora confermato ma Meloni potrebbe partecipare alla fiaccolata di dopodomani”.

Insomma, la partecipazione di Meloni alla fiaccolata non è mai stata in agenda e ciononostante il fatto che il premier non vada viene presentato come un passo indietro. E, come spesso accade, certa stampa detta la linea e certa politica si accoda: “Giorgia Meloni non parteciperà al corteo di Palermo per commemorare le vittime di via D’Amelio, sarà presente solo alla cerimonia ufficiale”, ha lamentato la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella, ricalcando per altro il titolo di Repubblica, come se la partecipazione di un premier “solo” alle cerimonie istituzionali fosse una stranezza o il sintomo di qualcosa che non va.

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