Andrea Scanzi non ne azzecca una, quando diceva: “Meloni premier? Non accadrà mai” (Video)

La profezia di Andrea Scanzi è tornata di moda in queste ore: il critico musicale prestato alle cronache politiche aveva sentenziato contro Giorgia Meloni in termini categorici. “Meloni senza Berlusconi lei non ci va mai al governo, senza Berlusconi fa 5 e 6 per cento e non va da nessuna parte”. E ancora: “Ma che competitor interno, è alleata, suvvia”.

Il video che circola sui social e che è stato ripreso anche da Il Giornale risale al 27 settembre 2017. Ospiti di Otto e Mezzo, Andrea Scanzi e Giorgia Meloni sono stati protagonisti di un acceso scontro, con il giornalista che non si è tirato indietro da una dura critica nei confronti della leader di FdI.

“Senza Berlusconi non vanno da nessuna parte” aveva detto il giornalista del Fatto quotidiano alla leader di FdI, rincarando poi la dose: “Che fa senza Berlusconi, prende il 5%? E che ci fa?“. A quel punto, la Meloni ha ribadito: “Ma chi l’ha detto che devo prendere il 5%?”. Una reazione che aveva scatenato il sarcasmo di Scanzi e i sorrisetti in studio di GiovanniFloris e Carlo Cottarelli. Sì, proprio quel Cottarelli che era dipinto all’epoca come un aspirante “salvatore della patria” e che alle elezioni ha perso contro Daniela Santanchè.

Ora, dopo l’esito del voto, che oggi Andrea Scanzi ha definito “scontatissimo”, ha pure augurato agli italiani “buona catastrofe”. Visto la sua propensione a non azzeccare una previsione e un’analisi politica neanche per sbaglio, c’è da prenderlo come un segnale ben augurante per il futuro governo di centrodestra.

Scanzi è lo stesso che all’inizio della pandemia aveva ironizzato sugli italiani che avevano paura del Coronavirus, che era solo una banalissima influenza. Quando poi il virus si era diffuso a livello globale, aveva indicato la Svezia come una nazione dove le persone morivano come mosche: fake news che causarono la protesta persino dell’ambasciata svedese a Roma. Una lunga sequela di catastrofici ed esilaranti errorie, che lo stesso Scanzi definirebbe con il suo abituale stile aulico e raffinatissimo: emerite cazzate.

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