Altra tegola sulla testa di Chiara Ferragni per la bambola Trudi. “Donazioni? Non sappiamo chi sia questa donna”

Dopo il caso Pandoro Balocco per il quale Chiara Ferragni è indagata per truffa aggravata, si sono sollevati dubbi sui proventi della bambola – a sua immagine e somiglianza – in edizione limitata con Trudi contro il cyberbullismo.

Su quest’ultima vicenda Tbs crew, società controllata dall’influencer, ha precisato che i ricavi derivanti dalle vendite della bambola tramite l’e-commerce The Blonde Salad, “al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019″ e che quindi “il tutto è avvenuto totalmente in linea con quanto comunicato sul canale Instagram della Ferragni e sugli altri riconducibili a Tbs Crew Srl”. 

Ma i proventi delle vendite dell’e-commerce sono arrivate davvero a Stomp Out Bullying? Se lo chiede Giuseppe Brindisi durante l’ultima puntata di Zona bianca, su Rete 4. Nel report annuale relativo all’anno 2019 dell’associazione, infatti, non sembra comparire il nome di Chiara Ferragni o delle sue società né tra i partner né tra gli sponsor. E non si trova nemmeno nella lista degli ambasciatori dell’organizzazione. Il programma ha quindi contattato su LinkedIn Ross Ellis, ceo e fondatrice della Stomp Out Bullying, che su Chiara Ferragni e sulla donazione ha gelato tutti: “Non sappiamo chi sia questa donna e non abbiamo mai ricevuto una donazione. Per favore, non contattatemi più”.

Da parte sua la Ferragni ha risposto a tutti con un comunicato: “In seguito a continue sollecitazioni ricevute da vari organi di informazione Chiara Ferragni, anche in qualità di Amministratore Delegato di Tbs Crew Srl e di Fenice Srl, ribadisce che risponderà esclusivamente alle autorità competenti a cui conferma la propria fiducia ed è a loro disposizione per chiarire quanto accaduto”.

Pubblicato da edizioni24

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