“Aldo Moro fu rapito dai servizi segreti sovietici e non dalle Br”: un libro racconta un’altra verità sul sequestro

Il titolo del libro parla chiaro: “Raffiche di Bugie a Via Fani – Stato e BR Sparano su Aldo Moro”. L’autore è Piero Laporta, non una firma qualsiasi. Generale in pensione, già capo di Stato maggiore, ha realizzato di fatto un dossier di controinformazione che fa saltare sulla sedia e che riscrive completamente la storia del sequestro più famoso della storia d’Italia.

Uno scenario di fantapolitica, come riporta oggi Libero che ha intervistato Laporta. Il primo clamoroso dato in contraddizione con le versioni ufficiali? A rapire Aldo Moro erano stati i servizi segreti sovietici e Aldo Moro non fu “prelevato” a Mario Fani, ma prima.

Laporta cita nel libro la testimonianza di un killer professionista, addestrato dai sovietici e reclutatore di Carlos lo Sciacallo: Bassam Abu Sharif, che depose davanti alla commissione Fioroni: «Le Br non hanno rapito Aldo Moro… Le Br non avevano la possibilità di uccidere cinque guardie del corpo senza che Aldo Moro venisse ferito».

Perché uccisero la scorta? «Perché – sostiene Laporta nel libro e nell’intervista a Libero – testimoni di quanto avvenuto prima di via Fani, per ottenere il triplice distacco: Moro separato dalla scorta, dall’inseparabile Oreste Leonardi e dalle sue cinque borse, una delle quali lo seguiva ovunque». Chi agì in via Fani? «Il Gru, servizio segreto militare sovietico, avvalendosi del gruppo Carlos, anche per collocare esplosivo ad alto potenziale nella Mini Cooper verde col tetto nero, parcheggiata davanti al bar Olivetti e alle spalle dei Br che sparacchiarono contro l’Alfetta. L’annientamento di Oreste Leonardi e di Domenico Ricci, i due carabinieri di gran lunga più pericolosi dei cinque della scorta, fu operato con totale sorpresa, senza spruzzi di sangue e coi primi tre colpi dell’agguato, da un commando di quattro killer professionisti, con uniformi Alitalia e col berretto con visiera a proteggerli dal riconoscimento satellitare». C’era un “traditore” nelle alte sfere dello Stato? «La presenza di un Giuda ad alto livello è certa. I Br seppero un mese prima che l’agguato sarebbe avvenuto in via Fani».

Secondo l’autore libro, Aldo Moro fu anche torturato. «I documenti dell’autopsia sono stati manipolati per nascondere a tutte le commissioni parlamentari e alla magistratura che subì la frattura di 4 costole e un vasto edema cerebrale». L’autore sostiene inoltre che, attraverso le lettere, Aldo Moro tentò di comunicarlo in maniera “nascosta” a Francesco Cossiga e alla Signora Moro.

Marco Gregoretti, che ha realizzato l’intervista per Libero, con l’operatore tv ha registrato due ore che diventeranno un docufilm. Insomma, secondo Laporta, il sequestro di Moro fu un colpo di Stato ben riuscito. «Lo dicono ricercatori come Sergio Flamigni. Stupisce che nessuno di essi s’accorse del depistaggio dei colpi a raggiera o delle torture dimenticate, sebbene testimoniate da L’Unità e da La Stampa. Stupisce la distrazione sul Morucci nel Sisde e che non ci sia chi ricordi l’esplosivo ad alto potenziale in via Fani, che esige addestramento peculiare, estraneo ai Br. Lecito attendere quindi incriminazioni a inchiodare i responsabili del depistaggio, nello Stato e fuori. Finché costoro saranno in libertà non ci si può aspettare un genuino pentimento dei Br, i quali, a loro volta, devono rispondere delle guarentigie procacciatesi con la menzogna».

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