Un anno di governo Meloni, la Borsa di Milano vola: +33% in meno di dodici mesi, è record nel mondo

La Borsa di Milano vola. Tra un mese e mezzo si festeggerà il primo compleanno del governo Meloni e i dati del mercato azionistico italiano, secondo quanto riportato oggi da Il Sole 24 ore, sono esaltanti. Più 33% in meno di dodici mesi che non solo testimoniano la bontà dell’azione di governo, ma chiudono la bocca ai tanti profeti di sventura che, l’anno scorso di questi tempi, immaginavano una catastrofe per l’Italia con la destra al governo. Puntualmente smentiti.

Nell’articolo pubblicato sulla sezione plus, il quotidiano di Confindustria sottolinea che, la frase, “Italia, Paese delle occasioni perse” che spesso si sente nei think tank europei è stata clamorosamente smentita dai dati che arrivano dalla Borsa. “A guardare, però, i risultati di Piazza Affari – si legge nel pezzo a firma di Vitaliano D’Angelo -, a perdere sono stati gli investitori che hanno snobbato il listino milanese: +33% dal 26 settembre 2022, quando Giorgia Meloni e la sua coalizione di centrodestra hanno vinto le elezioni politiche. La Borsa di Milano ha fatto meglio di tutti nel mondo”.

Già il Secolo d’Italia, con un’analisi dell’economista Roberto Guida poi ripresa da Giovanni Donzelli, aveva sottolineato come l’indice Mib fosse arrivato a sfiorare quota 30mila: un record per la nostra Nazione che mancava dai tempi del rimbalzo dopo la crisi di Lehman Brothers. “In otto mesi l’indice Mib, indicatore del valore dei titoli azionari negoziati alla Borsa italiana, è passato da 22.000 a 29.000, un fatto che non accadeva da quasi quindici anni“, aveva dichiarato Guida, sottolineando un aspetto sottovalutato finanche dalla stessa maggioranza. Tutto questo mentre anche lo spread, oggi a 173, tiene bene, a conferma della credibilità dell’Italia nei mercati esteri.

I dati della Borsa, rilanciati da Il Sole 24 ore, ci dicono che l’Italia, con il governo Meloni, non solo ha mantenuto la credibilità garantita da un personaggio come Mario Draghi ma l’ha anche aumentata. Il Pil, sino all’ultima contrazione, era il secondo in Europa come crescita dopo la Spagna. E la contrazione è dovuta in grandissima parte all’aumento costante dei tassi di interesse da parte della Bce che hanno aumentato il costo del denaro per imprese e famiglie, aumentando paradossalmente ancora di più quella inflazione che si voleva contrastare. Con la nuova tranche del Pnrr e con un’Europa non ancorata ai criteri rigidi pre-Covid è possibile immaginare una nuova espansione. Il riflesso del boom di Piazza Affari porta a considerare che i mercati esteri ci ritengono affidabili, nonostante la pesante e vecchia eredità di un debito pubblico secondo solo al Giappone (che però ha sovranità monetaria…). Insomma, una buona notizia per l’Italia, un’altra delusione per le cassandre della sinistra.

Pubblicato da edizioni24

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