Roma Pride, Daniele: “Schifo coerenza schifosa. Voleva mangiarselo con tutte le scarpe. Schlein smascherata, ritorna sui social. Chi sarà la prossima vittima?”

By Gaetano Daniele

Ci ha provato. Ha fallito. Del resto lo si sapeva già. Era solo questione di tempo. Fin quando si tratta di scopare, e farsi i cazzi propri, siamo tutti bravi. Il punto in questione è un altro. Non confondere le palle con l’ernia. Certo. Qualcuno potrebbe dirmi: con quale coraggio si può entrare a far parte di quella famiglia? Beh, la risposta è semplice: se non ti sei fatto già mangiare con tutte le scarpe, e non hai legami, ci vuole un fegato della miseria. Altro che coraggio. È una vera e propria associazione. Forse, Elly Schlein si era illusa di fare l’ennesima passerella ideologica e buonista al Pride di Roma, culo e zizze in bella mostra: tutto fumo e niente arrosto ma, ancora una volta, i suoi piani sono stati disattesi. Non è la prima volta che il segretario del Pd si convince che basti presenziare a un evento della parte che conta per essere automaticamente ben vista e ben voluta. Stavolta Schlein è stata smascherata per un provvedimento che Stefano Bonaccini ha fatto passare quando lei stessa era ancora vicepresidente della Regione Emilia Romagna e, in quanto tale, vien ritenuta direttamente responsabile dalla comunità Lgbtq.

“Con piacere accoglieremo la segretaria del Pd Schlein al Pride di Roma, ma le chiediamo di mostrare coerenza e di far abolire in Emilia Romagna, dove governa il Pd, la norma che discrimina le coppie gay con figli, unico caso in Italia approvata nel 2019 dalla maggioranza di Bonaccini”, ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce del partito Gay Lgbt+. Una richiesta alla quale Schlein, ancora una volta, non ha dato risposte, preferendo voltarsi dall’altra parte. Anzi, a onor del vero ha parlato con i giornalisti ma come al solito ha ripetuto il monologo che già era pronto, incapace ancora una volta di restare sull’attualità. Ormai, anche chi l’ha eletta si rende conto di questo grande limite di Schlein, incapace di affrontare interviste che possono prevedere degli imprevisti o di replicare a domande che non siano state preventivamente concordate e preparate. Schlein senza la faniglia alle spalle, che gli dice anche come fottere, e quali gemiti usare all’arrivo, non è nessuna.

A Elly Schlein è arrivata anche un’altra richiesta, ovviamente non accolta dal segretario del Pd: “Le chiediamo di essere anche lei con noi di Partito Gay Lgbt+, e del Movimento 5 Stelle che ha già aderito alle scorse politiche alle nostre istanze, per attuare il Referendum per il Matrimonio Egualitario per le persone LGBT+ per dare pieno riconoscimento alle coppie ed ai loro figli, magari con il supporto di 5 Regioni che hanno una maggioranza progressista”. Schlein ha preferito sorvolare, concentrandosi sulle solite esternazioni ideologiche, con le quali sbandiera che il Pd “sarà sempre nei luoghi della tutela e della promozione dei diritti Lgbtq” e che il centrodestra è quello che ha affossato il ddl Zan, dimenticandosi, ovviamente, dei franchi tiratori. Ancora una volta, il segretario ha dimostrato che chi la accusa di non essersi scrollata di dosso il modus operandi da collettivo comunista del liceo non ha torto.

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