Le controproposte della sinistra al governo sui migranti. Dopo oltre 10 anni di fallimenti al governo, ora il Pd vuole dare lezioni sui migranti

By Marco Leardi

Sul tema immigrazione nel Pd hanno le idee chiarissime e le soluzioni pronte all’uso. Sì, ma con dieci anni di ritardo. Ora che stanno all’opposizione dopo quasi due lustri trascorsi alla guida del Paese, i dem si sono svegliati di colpo con una serie di controproposte per risolvere il caos migranti. Peraltro – provocatoriamente – proprio nel giorno del consiglio dei ministri sull’argomento. Il piano piddino per gestire l’emergenza prevede sette punti, dal superamento del trattato di Dublino alla riforma della Bossi-Fini (vecchio pallino della sinistra), passando per la “piena attuazione” della legge Zampa sui minori non accompagnati.

Nello specifico ecco le sette controproposte Pd sull’immigrazione: la messa in atto una Mare nostrum europea, il rafforzamento della cooperazione internazionale e accordi con Paesi terzi in cui il rispetto dei diritti sia garantito. Poi la già citata riforma del trattato di Dublino e la creazione “di canali d’ingresso legali a tutti i Paesi Ue” come contrasto al traffico di essere umani accanto alle misure repressive. Ma anche un piano di accoglienza diffusa da concordare con i sindaci e l’immancabile riforma della Bossi-Fini. Per concludere, la piena attuazione della legge Zampa sui minori non accompagnati. Lecito domandarsi come mai, in tanti anni di maggioranza parlamentare, i dem non abbiano attuato questo loro elenco di buoni propositi, visto che il complesso tema migratorio non è certo questione recente.

La destra italiana sull’immigrazione ha fallito. Lo dicono le tragedie di questi mesi nel Mediterraneo, i numeri degli arrivi irregolari cresciuti in modo molto significativo rispetto agli ultimi anni, il peso sconcertante sostenuto dall’isola di Lampedusa…“, si legge nel documento dem, che accusa il governo di aver trascurato gli appelli dei sindaci sull’argomento. Non c’è che dire: un capolavoro di ipocrisia, dal momento che la sinistra – oggi foriera di ideone e di proposte – non era mai riuscita a ottenere risultati significativi nella gestione dei flussi e dell’accoglienza. E anche le politiche di pragmatismo dell’ex ministro dem Marco Minniti, le uniche ad aver sortito qualche momentaneo effetto nel recente passato, ora sono disconosciute dall’attuale segretario Pd Elly Schlein.

Con il Decreto migranti il governo rende più difficile salvare vite in mare e smantella l’accoglienza diffusa. Le nostre proposte vanno in un’altra direzione. Quella di chi pensa che si debbano coniugare il rispetto dei diritti umani, la necessità di controllo e governo dei flussi migratori, la cultura della legalità“, continua il documento stilato dal Pd. Tutte belle parole che tuttavia si scontrano con le cronache politiche del recente passato, quando già i dem si erano riempiti la bocca di simili auspici senza però sbloccare una volta per tutte la questione. Del resto – come spiegato dal premier Meloni – la problematica dei flussi migratori illegali va gestita con soluzioni strutturali a lungo termine: quelle che la sinistra avrebbe potuto attuare nell’ultimo decennio e che invece sono mancate

Ora i dem chiedono ad esempio “una redistribuzione che valorizzi, ove presenti, i legami dei richiedenti asilo, a partire da quelli familiari“. Questo significa che “una volta ottenuto lo status di rifugiato in un Pese europeo“, il migrante dovrebbe spostarsi con facilità in altri Paesi Ue. Peccato che, al momento, a limitare questa possibilità siano proprio Paesi come la Francia di Macron, che ha annunciato controlli ancor più severi al confine con Ventimiglia. Piuttosto fumosi poi gli auspici riguardanti gli accordi (per nulla facili) con Paesi terzi. “Si deve ripartire dal tema dell’Africa, dell’investimento su progetti e politiche che consentano di fornire un’alternativa vera alle migrazioni“, spiegano i dem, che al contempo criticano il premier Meloni proprio per contribuito alla firma di un memorandum con la Tunisia.

Stessa storia con la proposta di revisione della legge Bossi-Fini, che – al netto di possibili e necessari adeguamenti – nel suo impianto resta ancora valida a diversi anni dalla sua introduzione. I dem vogliono infine una “piena applicazione” della legge Zampa, che tuttavia il governo vorrebbe superare visti i limiti dimostrati nell’individuazione dei migranti veramente minori e di quelli che invece si fingono tali per approfittare dei benefici previsti da quella condizione.

Fonte: IlGiornale.it

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