Nemmeno le basi del mestiere. Nel Pd le figuracce sono sempre dietro l’angolo. E, in questo caso, persino affisse al muro. Ben in vista. L’ultima gaffe del partito dem è di quelle da manuale di storia: nel vero senso della parola. Il più recente scivolone piddino si è consumato ieri a Ventotene, durante la visita di Elly Schlein per l’inaugurazione di un nuovo circolo del partito. Sull’isola simbolo dell’Europa unita, la leader dei democrats nostrani si è apprestata con grande enfasi ad aprire idealmente i battenti della neonata sede locale intitolata a Ursula Hirschmann, politica socialdemocratica fautrice del federalismo europeo. Proprio in quel momento, però, è capitato l’imbarazzante imprevisto.
Tra gli applausi e davanti alle telecamere dei tg nazionali, Schlein ha infatti scoperto una targhetta che riportava la seguente dicitura: “Circolo Ursula Hirshmann Ventotene“. Ai più attenti non è sfuggita però la grossolana gaffe: quel cognome scritto in modo sbagliato. “Hirshmann” al posto di “Hirschmann”. In un baleno, la presunta superiorità culturale della sinistra è di fatto andata a ramengo. Messa a repentaglio da quell’errore che strideva – e non poco – con la tensione retorica con cui leader Pd aveva comprensibilmente sottolineato quel momento. Accanto al ruolo dei padri fondatori del Manifesto europeista, aveva affermato la deputata di origini luganesi, “c’è anche quello, straordinario, delle madri fondatrici“.
Peccato che, al netto di quella celebrazione così inclusiva, nessuno tra i dem incaricati di preparare la solenne inaugurazione si fosse accorto della marchiana storpiatura del cognome dell’illustre politica tedesca. E suscita qualche sorriso apprendere che il nuovo circolo Pd di Ventotene sia ospitato proprio da una libreria, luogo dove la cultura dovrebbe essere di casa. Piuttosto, proviamo a immaginare l’imbarazzo dopo lo svelamento di quella targhetta, quando sui social è iniziata a girare voce dello scivolone progressista sulla Hirschmann.
Nell’occasione, chiaramente, Schlein ha trovato il modo di far scattare il proprio graffio politico.”Non si può promuovere un’Europa ‘a la carte’, come fa la destra, in cui si scelgono i benefici ma non si condividono le responsabilità che ne derivano“, ha attaccato il segretario Pd. Certo, la lezione di europeismo non dev’essere sembrata delle più convincenti. A maggior ragione, dopo lo svarione dem di Ventotene su una delle fautrici del federalismo europeo tanto decantato dalla stessa Schlein.