Daniele: “Se guardi un film violento, e poi commetti un omicidio brutale, c’è il rischio di finire come il Pd, accusano il governo, non il killer”

By Gaetano Daniele

Nel lontano 2003, il Ministero della Difesa mi fece fare un corso psicologico, quindi pagato dallo stesso, per aiutarmi a capire, in determinate situazioni, come regolarmi. Se sia servito o meno non lo so, ma una cosa è certa: quelli del Pd vivono in un mondo tutto loro, dei folli.

Difatti non c’è stato neanche il tempo di metabolizzare il tragico omicidio della povera Giulia Cecchettin che subito la notizia è stata strumentalizzata e politicizzata mettendo sul banco degli imputati tutti gli uomini in quanto tali e il mondo della destra. In un profluvio di dichiarazioni, tweet e articoli, politici e commentatori progressisti hanno offerto una chiave di lettura surreale sull’uccisione di Giulia Cecchettin.

Dal patriarcato tossico al maschio bianco al teorema che tutti gli uomini sono colpevoli fino a puntare il dito contro la nostra educazione sessista, patriarcale, misogina, possessiva, le ultime ore sono state caratterizzate da un crescendo di generalizzazioni controproducenti.

Capofila è il segretario del Pd Elly Schlein che ha puntato il dito contro il genere maschile sostenendo che serve consapevolezza per sradicare la cultura patriarcale di cui è imbevuta la nostra società. Ma che cazzo c’entra tutto questo con un pazzo assassino?

Continuando a leggere, ah quanto è bella l’ignoranza, secondo Monica Cirinnà l’educazione al rispetto e all’affettività erano nella nostra legge Zan affossata in Senato dalla destra. Ora tutti costoro devono tacere e sentirsi in colpa. Nel nome di Giulia Cecchettin basta lacrime di coccodrillo: ci ripensate?. Il suo teorema è che, non essendo passato il Ddl Zan, la destra dovrebbe sentirsi in colpa per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Per intenderci, Monica Cirinna’ è quella famosa politica di sinistra che nascose oltre 20mila euro nella cuccia del suo cane per poi dire di non saperne nulla. Della serie: come sono finiti quei soldi in casa mia?

Laura Boldrini non perde invece l’occasione per attaccare il governo scrivendo un’altra donna uccisa mentre chi potrebbe e dovrebbe si rifiuta di investire in prevenzione, mentre nella maggioranza c’è chi definisce l’educazione sessuale e all’affettività una porcheria’, mentre per Nicola Fratoianni occorre liberare gli uomini dalla gabbia culturale machista.

Se la sinistra politica se la prende con gli uomini e la destra, non va meglio nel mondo giornalistico con Michele Serra che firma un articolo emblematico già dal titolo La malattia del maschio in cui sostiene che per molti maschi essere maschi è una malattia.

La colpevolizzazione dell’uomo in quanto tale è condivisa anche da mio cantante preferito, dal Maestro Piero Pelù mi vergogno di essere uomo. Siamo tutti da rifare, mentre l’attore Massimiliano Loizzi scrive quando smetterete di insegnare ai bambini che ci sono giochi da maschi, che i maschi sono forti per natura.

L’influencer Carlotta Vagnoli spara a zero su Matteo Salvini sostenendo che Lega a maggio ha votato contrariamente alla ratificazione della convenzione di Istanbul (insieme a FdI, che però ha scelto l’astensione e aggiunge nel caso voleste altri motivi per comprendere quanto il femminicidio sia un omicidio di Stato senza ricordare che il voto nasce per il pericolo della diffusione delle teorie gender. Della serie: non ci ha capito un cazzo. Ma parla!

Così, tra gli influencer liberal, si diffonde la tendenza del yes, all men, una presa di coscienza collettiva, mai ascoltata prima, per gridare: Yes, all men. Sì, tutti i maschi poiché siamo tutti parte di una violenza sistemica e strisciante.

Eppure, come scrive il capogruppo dei senatori di Fratelli d’Italia Lucio Malan, da sinistra non mancano le accuse, più o meno ambigue, al Governo, colpevole di sostenere il patriarcato’, la mascolinità tossica’ e altro, fingendo di dimenticare che questo è il primo governo guidato da una donna. E allora ti rendi subito conto che per individuare un pazzo non c’è bisogno del corso psicologico, basta guardare a sinistra. Ah dimenticavo, sono vicino alla famiglia di Giulia, non meritava quella fine. L’assassino? Se dipendesse da me subito nella camera a gas! È vero, non servirebbe a riportare in vita la povera Giulia, ma come cazzo lo recuperi uno come Filippo Turetta?

Pubblicato da edizioni24

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