By Gaetano Daniele
Ascoltare Alessandro Di Battista, mi entusiasma. Venale. Diventa anche rosso oltre a spacciarsi per politologo internazionale. E allora eccoli qua, tutti insieme a condannare Israele. Dev’essere stato faticoso in questi giorni tenere un certo equilibrio dopo i massacri, e così quando martedì sera, verso le 19 e 20, è arrivata la sparata di Hamas sui 500 morti in un attacco a un ospedale, a molti non è parso vero. Ed è subito piovuta una raffica di dichiarazioni stentoree e tweet roboanti che da tempo non si vedevano.
Una sorta di assist per Alessandro Di Battista. Probabilmente la gara di velocità e sicumera l’ha vinta lui. “L’esercito israeliano ha appena bombardato l’ospedale battista al centro di Gaza – ha scritto – L’esercito israeliano sta decimando la popolazione palestinese”. E in tv ha rincarato. Alle 20 e 30 il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, seguito da Giuseppe Provenzano del Pd e Carmela Auriemma dei 5 Stelle, già chiedeva un’informativa del ministro degli Esteri. Subito dopo si è lanciato il capo politico dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, ormai sostituto comico di Grillo. Lo stesso Conte che dopo gli attacchi del 7 ottobre delicatamente si diceva “preoccupatissimo” invocando il “dialogo”. “La strage dell’ospedale di Gaza lascia senza parole – ha affermato poco dopo le 21 e 30 – Centinaia di morti e feriti. Distruzione e orrore. Bisogna fermare immediatamente questo scempio. Giù le mani dai bambini, dai civili, dagli ospedali”. Eccezionale.
Altro che senza parole. Hanno ritrovato voce politici che sul conflitto in atto stavano balbettando, o tacevano non sapendo che pesci pigliare. L’esercito israeliano aveva già annunciato che erano in corso verifiche sull’accaduto, spiegando che avrebbe fornito informazioni e dettagli appena possibile, eppure, senza sapere, a capocchia parlavano tutti. Mezza Italia faceva il copia e incolla degli annunci di Hamas. Ancora più rapido e assertivo di Conte, come detto, Fratoianni. “L’esercito israeliano – ha twittato – ha bombardato un ospedale pieno di personale sanitario, feriti e sfollati. È un crimine di guerra, senza giustificazione alcuna”. E non erano ancora le 21 e 30 e Laura Boldrini, ex presidente della Camera ed ex portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, parlava di barbarie.
Capitolo a parte meriterebbero firme e volti tv. Per esempio Tiziana Ferrario che ha postato le immagini dall’ospedale bombardato secondo le autorità palestinesi da un attacco israeliano. Le autorità. E Rula Jebreal vedeva tweet auto accusatori, postati e cancellati, di un portavoce digitale del premier Netanyahu. Fango e previsioni sballate prendevano il sopravvento più che preoccuparsi realmente delle vittime innocenti quanto puntare il dito verso il nemico, Israele. A tutti i costi.
Israele aveva già affermato che era stato un razzo della Jihad islamica a colpire l’ospedale, ma Elly Schlein, nota per non capire un cazzo su nulla e per essere stata in letargo per oltre una settimana, in tv spiegava che “stasera è successa una cosa drammatica. Non è possibile né accettabile vedere un ospedale bombardato con i corpi straziati di bambini”. E l’ineffabile Aboubakar Soumahoro, ancora ieri mattina ha preso la parola alla Camera. “È un crimine contro l’umanità che va condannato senza se e senza ma, come abbiamo condannato giorni fa l’attentato di Hamas in Israele”.
Poi, ad un tratto, si scopre, indagini ancora in corso, che quel siluro mostruoso non era stato lanciato per mano israeliano. Restano le vittime innocenti. Restano le condanne infondate!