Colpo di scena, alla Schlein piace il taglio del cuneo fiscale voluto dal governo Meloni: “Ora sia strutturale”

Se governare è difficile, anche fare l’opposizione non è una passeggiata. Se ne sta accorgendo Elly Schlein, costretta ad arrampicarsi letteralmente sugli specchi pur di certificare la propria esistenza (politica) in vita. Lo ha fatto anche oggi nel corso di un convegno su salari e inflazione. «Chiediamo che sia reso strutturale il taglio del cuneo», ha detto la leader del Pd. Che probabilmente neanche si è accorta che miglior complimento a Giorgia Meloni non avrebbe potuto rivolgere. E sì, perché di solito, al governo, l’opposizione chiede di ritirarli i suoi provvedimenti, non di renderli strutturali e quindi definitivi. Proprio quel che ha auspicato la Schlein: «Non è il momento di fare bonus temporanei ma di politiche strutturali, ci sono tutte le condizioni per farlo, si tratta di scelte politiche».

Qualche dubbio? Nessuno sul fatto che la segretaria dem sia in cortocircuito  nel momento in cui aggiunge che «sulla delega fiscale» il governo «va nella direzione opposta» all’obiettivo della «equità». E intima: «Vanno abbassate le tasse sul lavoro e sulle imprese (già fatto, ndr), ma per farlo non può essere un tabù intervenire sulla tassazione sulle rendite». La Schlein ha brandito l’arma del salario minimo come comune denominatore delle opposizioni, Carlo Calenda compreso. Ora chiede che «accanto a questa  battaglia» la sinistra ingaggi anche quella per «il congedo paritario, pienamente retribuito, di almeno tre mesi, non trasferibile tra genitori».

A giudizio della segretaria del Pd, «questo governo ha una precisa strategia politica: aumentare le diseguaglianze e la precarietà del lavoro mentre ritarda fortemente sulla attuazione del Pnrr che ci darebbe investimenti fondamentali per cambiare il modello di sviluppo». L’avesse detto qualcun altro, l’avrebbero tacciato di complottismo. A chiudere, la vicenda relativa alla ministra Daniela Santanché, che mercoledì chiarirà al Senato le questioni sollevate dalla trasmissione Report. «Finalmente verrà a riferire in aula, in una delle aule, quando noi chiedevamo due, perché c’è ancora un bicameralismo in Italia ma evidentemente chiedevamo troppo».

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