La sfida politica tra Meloni e Schlein mette all’angolo Conte: il Pd gli scippa la bandiera del salario minimo

Il duello, il derby, il primo scontro, l’attacco e la contromossa: in questo profluvio di gergo combattentistico per descrivere il confronto in aula tra Giorgia Meloni e Elly Schlein, a conti fatti, a uscirne con le ossa ammaccate è Giuseppe Conte. Eppure la nuova segreteria avrebbe dovuto inaugurare il rinnovarsi dell’abbraccio tra dem e pentastellati.

Invece che ti combina Elly Schlein? Visti i sondaggi che prefigurano un travaso di voti dal M5S al Pd si impadronisce della bandiera del salario minimo e la sventola in aula alla prima occasione utile. Giuseppe Conte, che avrebbe dovuto fare il suo intervento sui mutui, se ne è rimasto zitto e cupo, deluso e arrabbiato. E i suoi non erano meno furenti.

Le opposizioni ieri erano disunite e si guardavano con sospetto. Secondo Il Fatto i Cinquestelle mormoravano di essere stati “scippati” (“Prova a impadronirsi di una nostra bandiera”, è la lettura diffusa). Dal Pd replicano, sempre restando anonimi, che non è che possono solo parlare di diritti civili. E in tutto questo Conte ne ha pensata un’altra per uscire dal vicolo cieco: attaccare sulla pace e sulle armi a Kiev. Un terreno sul quale Schlein non può seguirlo o può seguirlo solo fino a un certo punto. Il leader M5S si prepara a riprendersi la scena in aula martedì prossimo quando la premier riferirà sul Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. Un terreno, quello del pacifismo, sul quale balla da solo.

Sul salario minimo gli attriti erano già palesi ieri. Michele Gubitosa, deputato e vice presidente del M5s, era in modalità attacco verso il Pd. “Direi che è la neo segretaria del Pd ad essere d’accordo con noi e con la nostra proposta che abbiamo presentato in Commissione Lavoro alla Camera, a prima firma Giuseppe Conte. Una proposta che fissa il salario minimo a 9 euro lordi l’ora e che, dopo le nostre numerose sollecitazioni, proprio oggi è stata finalmente calendarizzata. Il confronto può partire da qui e siamo ben lieti se la Schlein e il Pd vorranno fare insieme a noi questa battaglia”.

“È dal 2013 – punzecchia Gubitosa – che il M5s propone di introdurre in Italia il salario minimo. Nella scorsa legislatura, in particolare, abbiamo presentato una proposta di legge su cui abbiamo chiesto il sostegno di tutte le altre forze politiche, compresi i dem. Non è un mistero che alcuni suoi esponenti abbiano presentato emendamenti con cui volevano cancellare dal nostro testo la soglia minima legale, individuata in 9 euro lordi l’ora”.

Marco Travaglio chiosa, nel suo impietoso editoriale odierno, a proposito del “culto di santa Elly”: quando il Pd seguiva l’agenda Draghi Orlando, oggi seguace di Schlein, era il ministro del Lavoro del governo dei Migliori e “non inviò mai il parere sul ddl sul salario minimo dell’ex ministra Catalfo. In un paese serio chi leccava il Pd e l’agenda Draghi senza salario minimo non leccherebbe la Schlein con salario minimo”. E invece…

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