Papa Francesco epocale: “Ci sono più schiavi che si credono liberi oggi che in passato nelle megalopoli come Roma e Londra”

“Ci sono più schiavi che si sentono liberi oggi che nel passato”. Lo ha denunciato nuovamente papa Francesco parlando in spagnolo ai religiosi dell’Ordine della Beata Vergine Maria della Mercede, fondato nel 1218. Con lo scopo di liberare i prigionieri cristiani fatti schiavi.

“Cambiano di geografia, cambiano di modalità, cambiano di colore. Ma la schiavitù è una realtà che si adatta ogni volta di più. Ogni volta di più e con più varietà. Oggi possiamo forse dire con sicurezza – dice Bergoglio a braccio – che ci sono più schiavi che ai tempi della vostra fondazione, certamente. E questa deve essere una sfida, certamente, per la vostra risposta”.

Papa Francesco parla delle nuove forme di schiavitù. “Quelle che sono dissimulate, quelle che non si conoscono. Quelle che sono nascoste, ma ce ne sono tante”.  Anche nelle megalopoli come Roma, Londra, Parigi, ovunque, ci sono schiavitù che vanno avanti. “Cercatele – incalza il Pontefice –  e chiedete al Signore: cosa devo fare?”. Poi la sferzata: il compito fondamentale è formare il popolo di Dio. Il Papa, ricevendo in udienza docenti e studenti del Pontificio Istituto Liturgico, mette in guardia dal rischio di fermarsi all’apparenza. Alle forme della liturgia.

“Vorrei sottolineare il pericolo, la tentazione del formalismo liturgico. Andare dietro a forme, alle formalità più che alla realtà. Come oggi vediamo in quei movimenti che cercano un po’ di andare indietro. E negano proprio il Concilio Vaticano II. Allora la celebrazione è recitazione, è una cosa senza vita, senza gioia”. La vita liturgica – ammonisce il Papa- ci apre all’altro, al più vicino e al più lontano dalla Chiesa. Nella comune appartenenza a Cristo. Quindi – aggiunge papa Bergoglio – rendere gloria a Dio nella liturgia trova il suo riscontro nell’amore verso il prossimo. Nell’impegno di vivere da fratelli nelle situazioni quotidiane, nella comunità in cui mi trovo, con i suoi pregi e i suoi limiti.

È questa la strada della vera santificazione. Perciò, la formazione del Popolo di Dio è un compito fondamentale per vivere una vita liturgica pienamente ecclesiale”. Il Papa ha ricordato poi che “la genuina vita liturgica, specialmente l’Eucaristia, ci spinge sempre alla carità. Che è anzitutto apertura e attenzione all’altro. Tale atteggiamento sempre comincia e si fonda nella preghiera. In particolare nella preghiera liturgica. E questa dimensione ci apre anche al dialogo, all’incontro. Allo spirito ecumenico, all’accoglienza”.

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