Stupra e riempie di botte la compagna, poi la fuga verso la Francia: libico fermato a Ventimiglia

L’ha massacrata di botte, colpendola anche a bastonate. Poi, quando è ancora dolorante, ha abusato di lei. E quando la donna, una 33enne di origini marocchine, scappa terrorizzata e ferita in un bar di via Nomentana, il suo aguzzino – il compagno: un libico di 35 anni, con precedenti penali e senza fissa dimora – l’ha inseguita e ha tentato di portarla via con la forza. Solo le rimostranze degli avventori e la telefonata ai carabinieri che stanno per arrivare, convincono l’uomo a desistere e a tentare di sottrarsi alle forze dell’ordine che lo stanno cercando. Anche provando a fuggire all’estero, verso la Francia. Dove però i gendarmi alla frontiera di Ventimiglia lo intercettano e lo respingono…

Alla fine di questa vicenda che gronda sangue e terrore – un epilogo drammatico “cominciato” intorno alla metà di dicembre – i carabinieri della stazione Roma Viale Libia, su delega della Procura di Roma, ieri sono riusciti a bloccare il libico violento. E a suo carico, hanno eseguito un’ordinanza che dispone la misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di RomaLe accuse sono di lesioni personali gravi e aggravate. Al provvedimento, come anticipato, gli inquirenti sono arrivati dopo un’articolata attività di indagine eseguita dai Carabinieri, coordinati dalla Procura capitolina. Tutto è scattato quella mattina del 13 dicembre in un bar di via Nomentana. Dove fa il suo drammatico ingresso la donna marocchina 33enne con il volto tumefatto e rigato dal pianto e i segni della violenza subita per una notte intera sul corpo.

La vittima è visibilmente sotto shock. Ha vistose ferite al corpo e al volto e, tra le lacrime, chiede aiuto ai presenti raccontando di essere stata violentemente picchiata e abusata dal suo compagno. I presenti non ci pensano due volte prima di dare l’allarme ai carabinieri. Poco dopo, però, stando al racconto fornito dai testimoni, l’uomo sarebbe entrato, a sua volta, nel bar, tentando con la forza di portare via la donna. Un tentativo naufragato dopo le rimostranze di avventori e baristi, che inducono l’aguzzino libico a darsi alla fuga prima dell’arrivo delle pattuglie dei militari. Quindi arrivano i soccorsi: e i sanitari del 118 trasportano la donna al pronto soccorso del Policlinico Umberto I. Dove i medici che la prendono in cura, dove le riscontrano un trauma cranico-facciale e varie fratture. Tanto che decidono di trattenere la donna in osservazione, con prognosi di 40 giorni.

I Carabinieri della Stazione Roma viale Libia, nel frattempo, raccolte le dichiarazioni della vittima e dei testimoni, si sono subito messi sulle tracce del sospettato. Il quale, secondo quanto ha riferito la vittima, abitava in una baracca nei pressi di ponte TazioUn alloggio di fortuna dove i militari si sono recati nell’immediatezza degli eventi. E dove hanno eseguito un sopralluogo che ha fatto rilevare tracce ematiche. Quel sangue è un primo, parziale riscontro del racconto della 33enne. Del sospettato, però, non c’è traccia. Così i carabinieri al lavoro sul caso inseriscono nella banca dati delle forze di polizia una “nota di rintraccio”.

Tanto che, quando il 20 dicembre 2021 il cittadino libico ha tentato di attraversare la frontiera di Ventimiglia per dirigersi in Francia, i gendarmi al confine lo respingono. E lo trattengono, sottoponendolo a fermo di indiziato di delitto. A chiudere il cerchio, poi, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Parioli, che conducono il libico in cella a Sanremo. Dove l’uomo si trova attualmente, dopo un’ordinanzadel 7 gennaio, firmata dal gip del Tribunale di Roma, che ha rinnovato la custodia cautelare in carcere nella casa circondariale ligure.

Pubblicato da edizioni24

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