Sindaci lodigiani a valanga contro Conte: “Servono fatti, non chiacchiere e passerelle”

By Pasquale Aveta (per ith24)

Non solo il grido di dolore di tutto il mondo imprenditoriale, delle famiglie di ogni ceto sociale, ma anche la politica. A scendere in campo contro il premier Giuseppe Conte, sono anche i sindaci del lodigiano: “Vogliamo fatti e non chiacchiere e passerelle, e anche oggi di risposte concrete non ne abbiamo avute”.

La protesta dopo la visita a porte chiuse Lodi, la provincia d’Italia più colpita dal coronavirus.

E a mandare al manicomio i sindaci, sono proprio le dichiarazioni di Conte al termine della visita: “Abbiamo già adottato delle iniziative con un impegno economico e finanziario cospicuo, quasi pari al miliardo, e ce ne saranno altre. Non risolveremo tutti i problemi, bisogna dirlo ai cittadini, perché le sofferenze sono tali e così diffuse che è difficile rispondere a tutte le richieste, ma cercheremo di intervenire in modo serio, sostanzioso e incisivo per la gran parte delle categorie in difficoltà: cassintegrati, autonomi, professionisti, colf, badanti e cittadini che non fruiscono del reddito di cittadinanza”.

Ma la risposta dei sindaci non cambia: più fatti e meno passerelle.Infatti a rispondere al premier Conte ci ha pensato il Sindaco di Codogno Francesco Passerini, che nota: “Siamo contenti di aver incontrato Conte dopo più di due mesi e svariate richieste, ma noi a Lodi e nel lodigiano siamo abituati ai fatti, non alle parole, e anche oggi di risposte concrete non ne abbiamo avute”.

E ancora: “Noi ci aspettiamo che le parole del premier e l’attenzione dimostrata vengano accompagnate da fatti concreti, risposte precise e specifiche non ne abbiamo avute, vogliamo che il premier si impegni per iscritto nel darci soluzioni reali. La gente della prima zona rossa d’Italia ha grande voglia di ripartire ma ha anche piena consapevolezza della grave situazione in cui ci troviamo. Essendo stati noi i primi a vivere la quarantena siamo anche disposti ad essere gli aprifila nella ripartenza ma non ci accontentiamo delle passerelle”.

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