“Si chiama outing”. La compagna della Schlein si frigna sulla uscita delle foto sui giornali

Paola Belloni è la compagna di Elly Schlein. Non che a qualcuno interessi qualcosa ma nel momento in cui il segretario del Partito democratico annuncia di essere fidanzata, essendo lei un personaggio pubblico, la curiosità dei media è fisiologica, soprattutto davanti alle reticenze nel rivalerne l’identità. E non c’entra nulla l’orientamento sessuale delle due protagoniste: si chiama gossip ed esiste fin da quando esiste il mondo. Per altro, nessuno sarebbe più tornato sulla vicenda se la signora Belloni non avesse deciso di condividere sul proprio profilo social pubblico, quindi visibile a tutti, uno sfogo stucchevole e pretestuoso in cui fa un minestrone di argomenti che, forse, da suo punto di vista avrebbero dovuto renderla povera vittima dei media. Il risultato ottenuto, anche da parte dei commentatori di sinistra, è stato l’esatto contrario.

Sorvoliamo sulla foto patinata (con tanto di menzione alla fotografa) scelta per condividere quella che, a tutti gli effetti, è una nota stampa, che stride da parte di chi dice di non voler essere mediaticamente esposta. E tralasciamo pure l’uso della schwa, che l’Accademia della Crusca ha definitivamente escluso dal corretto uso dell’italiano. Belloni inizia così il suo comunicato: “‘Non mi hanno vista arrivare’ e quindi hanno tirato fuori i teleobiettivi. Carə giornalistə di Diva e donna, comunicare a mezzo stampa l’intimità affettiva di una persona è un atto ingiusto e si chiama outing“. In realtà si chiama gossip e permette al mondo dei media in tutto il mondo di fatturare centinaia di milioni ogni anno. Si può discutere sui modi e sull’etica, nonostante il settimanale l’abbia comunque definita una “amica” del segretario e non altro, ma sarebbe accaduto sia che Elly Schlein fosse fidanzata con un uomo che con una donna. Pertanto la lamentela sull’outing è solo pretestuosa.

La compagna di Schlein poi continua con un inutile passaggio sui diritti Lgbt, che niente hanno a che fare con il tema delle fotografie scattate in un luogo pubblico a un personaggio pubblico dal settimanale che si conclude con: “Mi rendo conto che essere la compagna di una figura pubblica vi abbia fatto pensare di avere il diritto di esporre me quanto è esposta lei”. È il gioco delle parti e nei commenti le viene giustamente fatto notare che a farle outing non è stato Diva e donna ma la sua stessa compagna da Daria Bignardi, con quel detto non detto che ha permesso poi ai giornalisti di fare due più due davanti a quelle foto. Sarebbe bastato dire di non avere una compagna, o un compagno in base al sentimento del momento, come d’altronde fanno tutti quelli che vogliono davvero preservare la loro vita privata. Paola Belloni ora chiede che venga rispettata la sua vita privata ma, al di là di tutto, non c’erano i fotografi che le rincorrevano sotto casa prima e non ci sono adesso. E non ci sono stati giudizi ma constatazioni davanti a quella che, per come è stata impostata dal segretario del Pd, è una notizia. Con le foto uscite da settimane, e senza questo comunicato, non staremo certamente qui a parlarne.

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