Referendum e Guerra, il “Punto” di Daniele: “Da Giletti ieri ho visto un Sallusti arrampicatore. Mamma Rai e i “macchiavelli” hanno intralciato il referendum sulla Giustizia”

By Nina Z

Ore 21.00 circa del 12 giugno 2022, sono curiosa di ascoltare ciò che ha da dire Massimo Giletti su quanto accaduto sulla sua diretta in Russia. La portavoce di Putin gli ha dato del bambino. In studio a Non è l’Arena, c’è anche Sallusti. Inizia lo show. Dopo pochi minuti è già tutto un ridere. Telefono a Gaetano Daniele di ith24, a par mio, uno degli informatori più bravi d’italia. Uno che parla sempre a viso aperto. Stai guardando Giletti? La risposta è lapidaria:

“non potevo perdermi Sallusti, un grande giornalista. Un grande Macchiavello. In pratica, Sallusti accusava Giletti di aver preso in qualche modo le difese della Russia. Infatti lo incalzava ricordando lui che la portavoce di Putin alla sua domanda: se stessero o meno facendo bene in Ucraina, non rispondeva. Anzi. Secondo Sallusti, la portavoce replicava con un’altra domanda. E cioè che anche l’occidente, quindi l’Europa e gli Usa, per il passato, hanno combattuto guerre come quelle in Iraq (migliaia di morti tra civili e bambini), senza che nessuno si indignasse, Sallusti compreso. E senza che la Russia vi mettesse naso. Quindi ha risposto. Perché Sallusti dice che non ha risposto? In breve sostanza ha voluto rimarcare, al di là che le guerre tutte sono atroci e sbagliate, altrimenti non si chiamerebbero guerre, che la Russia sta portando avanti una ragione, la stessa ragione che spinse gli Usa a bombardare l’Iraq. Sbagliando? Sicuramente. Ma le ragioni potrebbero essere similari. Quindi ha risposto o no? A Sallusti forse bisogna imboccarlo. E la cosa strana è che Giletti non sempre gli ha tenuto testa nonostante non fosse una competizione giornalistica ma un pacifico confronto. Per non ricordare che gli Usa trovarono il nucleare quando invece erano granelli di sabbia del deserto. Poi si scusarono, con la sostanziale differenza che i migliaia di morti civili non sono resuscitati”.

Poi sposto l’asse sul referendum. Un totale flop, e nota:

“Ancora una volta ha vinto la casta, la conservazione. Quel quorum non raggiunto è un risultato che rappresenta l’ennesima occasione mancata per riformare la magistratura italiana. Va bene così. Chi sbaglia non paga. Chi non sbaglia paga due volte. Anche per chi ha sbagliato. Welcome to Italia. E quello che fa specie è il silenzio assordante che ha preceduto il referendum ha, di fatto, intralciato questa consultazione elettorale. La Rai ha praticamente censurato i quesiti tant’è vero che, solo dopo l’esposto dei radicali, si è tenuto su Raidue uno speciale di due ore sui cinque quesiti sulla giustizia. In più la comica  milionaria Luciana Littizzetto ha tenuto un suo monologo a ‘Che tempo che fa’, ha platealmente fatto propaganda per l’astensione. Il Pd di Enrico Letta, fatta eccezione per uno sparuto gruppo di liberal garantisti che hanno votato per il Sì, ha contribuito a offuscare e nascondere l’esistenza stessa della votazione referendaria. Ecco, dunque, che complici il bel tempo, la chiusura delle scuole e, soprattutto, la scelta del governo di tenere le urne aperte per una sola giornata, la casta delle toghe è riuscita ancora una volta a restare indenne da qualsiasi operazione riformatrice. Ma non solo. A Palermo la mancanza di presidenti di seggio e scrutatori ha impedito ai cittadini di votare per i referendum per svariate ore. Un problema – continua Daniele – che ha provocato un vespaio di polemiche. Gli italiani dovranno, perciò, attendere forse a lungo prima che venga approvata la separazione delle funzioni tra giudici e pubblici ministeri. Il Parlamento, però, non potrà ignorare totalmente il segnale che arriva dalle urne, soprattutto per quanto riguarda la Legge Severino. Anche noti sindaci di centrosinistra come Giorgio Gori e Matteo Ricci si sono recati ai seggi per votare a favore della sua abolizione che penalizza molti amministratori locali condannati per il reato d’abuso d’ufficio. Esiste, però, il reale e concreto timore che il ‘Sistema’ descritto e rivelato da Luca Palamara non verrà scalfito come si auspicavano, invece, i promotori dei quesiti sull’elezione dei membri del Consiglio superiore della magistratura e sulla valutazione dei magistrati. Gli innocenti potranno restare in carcere preventivo in attesa del processo in cui verranno, poi, dopo 5, 6, 8 o 10 anni, assolti perché il fatto non sussiste, ma ormai la loro reputazione sarà già stata totalmente infangata. Poco importa se, nel frattempo, la loro vita professionale e/o privata è stata distrutta per sempre da un processo mediatico che non risparmia nessuno. Nell’attuale situazione, è persino inutile denunciare gli errori della magistratura visto e considerato che il referendum sulla responsabilità civile non è stato neppure accolto dalla Corte Costituzionale. L’unica, altra arma a disposizione degli italiani era l’approvazione del quesito referendario sulla valutazione dell’operato dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari. Il mancato raggiungimento del quorum lascia irrisolti tutti e cinque i problemi posti dai quesiti referendari. Su alcuni temi interverrà (parzialmente) la riforma Cartabia, ma il nodo della malagiustizia continuerà a toccare, direttamente o indirettamente, tutti i cittadini italiani.

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