Volano insulti tra radical chic di sinistra. Travaglio graffia Saviano: “Sei demenziale, aiuti la destra”

Anche tra i radical chic di sinistra iniziano i malumori. La sconfitta alle prossime elezioni regionali sta dando di matto il maggiordomo dei 5 Stelle Marco Travaglio. Nel suo delirio “contiano”, Marco Travaglio ormai non guarda in faccia più a nessuno pur di difendere il governo giallo-rosso. Stavolta il delitto di lesa maestà contiana lo ha commesso un suo ex sodale di sinistra, Roberto Saviano, da un po’ di tempo critico con gli adorati grillini del direttore del Fatto Quotidiano. Motivo del contendere, l’invito a votare “no” al referendum sul taglio dei parlamentari rivolto da Saviano agli elettori, con tanto di accuse velenose al Pd.

Saviano per la prima volta fa la cosa giusta, invita a votare NO al referendum, ma Travaglio non vede alcuna similitudine tra il “vaffa” rivolto qualche anno fa da Nanni Moretti alla classe dirigente della sinistra, con l’invettiva di Saviano ai vertici del Pd. “Lucida e lungimirante quella, demenziale e sgangherata questa. Nel 2002, quando urlò Moretti, B. era tornato al governo da un anno grazie al fallimento dell’Ulivo, segato alle radici da Bertinotti e D’Alema nel ’98 col rovesciamento di Prodi: ed è contro quella “bu ro cratija” incapace di stare unita e di combattere il berlusconismo a viso aperto che tuonò il regista. Oggi il Pd governa con M5S, LeU e persino Iv, avendo approfittato dell’harahiri di Salvini per sgonfiarlo e metterlo all’angolo governando benino: ed è contro questa alleanza che tuona lo scrittore. Moretti elogiava il buon compromesso: “Io non riesco a parlare con Rifondazione, con Bertinotti proprio non ce la faccio, ma loro sì, loro ci devono parlare, è il loro mestiere!”…

“Saviano piccona il buon compromesso M5S-Pd che ha dato vita al governo Conte, bestia nera di Salvini&Meloni, ma anche sua e di tutta la “Sinistra per Salvini (a sua insaputa)”. É un suo diritto: gli intellettuali sono liberi. Ma dovrebbero anche essere coerenti, o almeno logici…”. Ecco, il ruolo degli intellettuali, per Travaglio, essere coerenti con il suo pensiero e con quello di Conte. Perché il fine, secondo il giornalista del Fatto, giustifica tutto, non solo i mezzi, pur di bloccare il centrodestra. “Fosse pronta una maggioranza col programma di Saviano, questi avrebbe ragione da vendere a invocare la caduta di Conte e il divorzio fra Pd e 5Stelle. Ma siccome non esiste se non nella sua testa confusa, Roberto deve rassegnarsi: oggi chi non vuole Conte vuole Salvini. E si candida a diventare un nuovo Bertinotti…”. Ed eccoti l’insulto di sinistra…

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