Viva la verità, Sgarbi contro Travaglio: “servo di regime”. E ai grillini: “paraculi” [Video]

Sgarbi scatenato: dà a Travaglio del «servo di regime» e dei «paraculi» ai grillini che difende. Insomma, la furia di Sgarbi non va in vacanza. Anzi… Sui social il critico è più attivo che mai, specie se a stuzzicare la sua sua ira e a solleticare la sua vis polemica sono le malefatte del M5S, taciute e decantate dal Fatto Quotidiano e dal suo direttore, Marco Travaglio. Così, solo nelle ultime due ore, Vittorio Sgarbi inanella post su Facebook e tweet al vetriolo: uno più veemente dell’altro.

Nel primo, il critico se la prende con «quei paraculi dei 5 Stelle al Parlamento siciliano» che, twitta alacremente Sgarbi, «in campagna elettorale promettevano una cosa, al governo ne fanno un’altra. Ma che arrivassero a disattendere una leggere da loro stessi promossa, proprio no». A cosa si riferisce è presto detto. Anzi, lo rivela lo stesso autore del post al vetriolo: «A seguito dell’emergenza epidemiologica e della conseguente crisi economica, il governo con il cosiddetto decreto Cura Italia ha disposto il divieto di licenziare. Invece cosa fanno i deputati grillini eletti all’assemblea regionale siciliana (il Parlamento siciliano)? Licenziano i collaboratori assunti a inizio legislatura. Dei gran paraculi – conclude Sgarbi – proprio dei gran paraculi».

E non che contro il criticatissimo Marco Travaglio vada meglio, anzi… «Travaglio del nulla, tienti la tua Raggi e vai a cag…e»: è l’incipit del tweet e la conclusione del video postato su Youtube e condiviso sui social da Vittorio Sgarbi a cui proprio non va giù che Virginia Raggi si ricandidi a sindaco di Roma. Poi il critico d’arte prosegue sempre più indignato prendendosela sempre con il direttore del Fatto Quotidiano colpevole ai suoi occhi di accanirsi sui furbetti del bonus («è tutta colpa di una legge idiota fatta da cretini come Roberto Fico» recita un inciso della sua invettiva), dimenticandosi «di dire che il presidente della Camera pagava la colf in nero e quindi non è meglio dei cretini del bonus: dovrebbe dimettersi».

Quindi conclude con l’ennesima stoccata contro il direttore Travaglio, definito in quest’occasione uno dei principali «servi di regime»: «E poi, caro Travaglio, studia perché il decreto del governo è una legge che deve essere varata dalle due Camere, che devono votarla. Se i parlamentari devono votare una legge scritta male, di chi sarà la responsabilità? Di Fico, che non fa le leggi, ma vigila su di esse. Spetta a lui dare ai deputati una legge sulla quale non ci siano contraddizioni. Quindi – è l’aspra conclusione – Travaglio del nulla, tieniti la tua Raggi e vai a cag***»..

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