Soumahoro continua con la strategia del vittimismo: “Ho subito un linciaggio mediatico”. Mente e lo credono. Ma ciò che ha dichiarato è falso prove alla mano, e mo?

Soumahoro non si arrende e continua con la stucchevole litania del razzismo. Non sapendo più a che Santi appellarsi, ripete come un mantra di essere vittima di un linciaggio mediatico dettato dall’odio che gli italiani nutrono verso il colore della sua pelle. Affermazione pretestuosa e smentita dai fatti se si pensa che il sindacalista ivoriano, dal bel Paese, ha ricevuto solo grandi lodi, gratificazioni e molti soldi.

Facile parlare bene dell’Italia quando il vento gira a tuo favore. Abbastanza ipocrita sputare veleno quando ti trovi più infangato degli stivali di gomma indossati a favore di media nel primo giorno di insediamento alla Camera.
Ricordiamo tutti il patetico piantare fece in un suo video Instagram postato in rete dove disse: «Voi mi disprezzate, odiate. Io vado fiero con questo vostro odio perché voi volevate il “negro da cortile”, io non lo sono mai stato».

Troppo facile cercare di ripulire il marcio che gravita intorno alla sua famiglia tirando in ballo la discriminazione razziale.
Ma dove è il razzismo nel difendere gli immigrati sfruttati da una cooperativa? Qui i cortili non c’entrano niente. C’entrano i campi dell’agro pontino dove si dice che schiere di immigrati vengono trattati come i negrieri trattavano gli schiavi in Mississippi nell’Ottocento. E il sospetto è che tra gli sfruttatori ci siano sua suocera e sua moglie, attualmente indagate.

Con tutto il garantismo del caso, è evidente che lei, paladino delle minoranze, degli ultimi. Lei, che si è guadagnato uno scranno in Parlamento lautamente retribuito, non può non essere investito dalle polemiche rispetto alle pesantissime accuse che coinvolgono i suoi più stretti familiari. Capisce bene che cercare di relegare tutto al colore della sua pelle, offende, in prima persona lei. Così facendo, mette palesemente in dubbio quel minimo di ratio che dovrebbe dimostrare di avere, almeno per riconoscenza verso chi lo ha votato.

Non contento, Soumahoro, si è lasciato andare ad un’altra dichiarazione, sempre dello stesso tenore, all’indomani della sua partecipazione al programma Di Martedì su La7: «Ho subito un linciaggio mediatico. Essere neri pesa in Italia».
No caro Soumahoro, in Italia non pesa essere neri, pesa non essere onesti. Lungi da noi affermare che lei non lo sia, del resto non è indagato e di fatto innocente. Ma accetti un consiglio: la finisca di maltrattare questo Paese che le sta garantendo un lauto stipendio, cui ci risulta non voglia rinunciare.

Pubblicato da edizioni24

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