La Variante Delta si fa spazio e fa paura, torna l’incubo “zona rossa”. Bassetti: “No a zone rosse, non possiamo chiudere gli italiani”

In Italia aumentano i casi di variante Delta. Ma «parlare oggi di zone rosse o lockdown non serve. Occorre che gli italiani si vaccinino perché con la variante Delta gli obiettivi finali della campagna vaccinale sono cambiati. Dobbiamo immunizzare l’80-85% della popolazione. Non possiamo accettare che rimangano senza vaccini milioni di persone». Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti. Il direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova commenta le ipotesi che vedono il ritorno delle zone rosse in caso di aumento dei contagi per la variante Delta. «E poi vorrei sentire una parola più forte dalle istituzioni sul sequenziamento e la genotipizzazione dei casi registrati.

È inaccettabile che in un momento come questo l’Italia rimanga all’1% dei casi sequenziati, dobbiamo corre e arrivare anche al 10%».

«Le zone rosse o i lockdown non li stanno facendo neanche gli inglese – aggiunge –. Possono essere una soluzione estrema, ma davvero vogliamo chiudere di nuovo gli italiani? Si deve puntare sul tracciamento dei casi, soprattutto di chi arriva dall’estero».

L’ipotesi di chiusure dove è particolarmente diffusa è stata ventilata dal professor Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio Superiore di Sanità. «In questo momento il Paese è zona bianca ma guai ad abbassare la guardia: siamo in una situazione più favorevole e possiamo oggi valutare numeri diversi rispetto al passato. Ma il problema non è superato», ha detto. Eventuali chiusure rientrano nella «flessibilità del sistema, lo stesso che abbiamo adottato per esempio per le zone dell’Umbria quando c’è stata la variante brasiliana». «È importante lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sugli approcci di genotipizzazione e sequenziamento perché solo in questo modo riusciremo a intercettare in maniera precisa eventuali segnali di diffusione importante della variante indiana».

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