By Francesca Galici
Tutti gli studenti italiani sono tornati sui banchi di scuola e da Cagliari, dove si trovava insieme al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha presentato le novità per l’anno scolastico che ha appena preso il via. Ci sono strette importanti per riportare la civiltà e il rispetto all’interno degli istituti scolastici dove, negli ultimi anni, sembrava aver preso piede una certezza di impunità. In particolare, ha spiegato il ministro, “dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni una sanzione a carico di chi aggredisce un docente, un dirigente scolastico, un lavoratore della scuola, da 500 a 10.000 euro“.
Ma torna anche il voto il condotta in questo anno scolastico, che sarà fondamentale per decidere sulla promozione o sulla bocciatura dello studente, “che dà degli strumenti concreti ai docenti”. E poi, ancora, oltre agli aumenti economici, “proroga dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che guarda caso mancava per il personale della scuola” e “difesa dell’avvocatura dello Stato“, anche questa mancante per i lavoratori della scuola. E ancora, “misure di welfare che abbiamo varato, la scontistica che si estende dai treni, dagli aerei, dai mutui bancari, dai prestiti, ai prodotti e servizi forniti dai Coldiretti e via dicendo”.
Dopo tanti anni, nelle scuole italiane torna obbligatorio anche l’insegnamento dell’educazione civica, per la quale sono state da poco stabilite le linee guida “che hanno come stella polare la Costituzione italiana
“. L’obiettivo, ha sottolineato il ministro, è la promozione “dell’educazione al rispetto verso ogni persona, verso ogni essere umano
” e la promozione “dei principi quali la solidarietà, l’eguaglianza nel godimento dei diritti e nell’adempimento dei doveri
“. Inoltre, ha proseguito il ministro, con questo insegnamento, si ha l’obiettivo di insegnare “la responsabilità individuale e la consapevolezza di appartenere a una comunità nazionale, oltre che a tante meravigliose comunità locali. Una comunità nazionale che lo stesso costituente ha voluto definire Patria“.
Tutti concetti che sono assenti nelle nuove generazioni di italiani e di giovani stranieri, passaggio fondamentale per l’integrazione. E a questo proposito, ha aggiunto il ministro, “siccome siamo consapevoli che una vera integrazione degli studenti stranieri si fa soltanto con iniziative concrete di sostegno, abbiamo per la prima volta avviato un programma di potenziamento dell’insegnamento della lingua italiana
“. Il progetto è rivolto agli studenti di prima generazione “che rischiano altrimenti una forte dispersione scolastica e un serio insuccesso formativo”.
Un progetto che mira a ridurre la percentuale altissima di dispersione scolastica, oggi al 30%, che “significa che quei ragazzi non hanno un futuro davanti a sè, non hanno un futuro vero di inclusione, non hanno un futuro lavorativo”.