Vaccini nel pantano. Pfizer alle Regioni: richiamo a 21 giorni. Ma il generale Figliuolo prende le distanze: decide il Cts

Sul richiamo del vaccino è tira e molla tra Pfizer, Regioni, Figliuolo e Cts. E così, al tema degli approvvigionamenti delle dosi di vaccino, si sovrappone quello dei tempi delle seconde dosi. E la domanda che ormai da settimane riecheggia insistentemente è sempre la stessa: Pfizer e seconda dose, giusto farla slittare a 35 giorni dalla prima? Un interrogativo che, specialmente in queste ore, sta aprendo a risposte che rimandano a scenari diversificati, a seconda che a parlare sia il commissario straordinario Figliuolo. Le Regioni. Il Cts. O Pfizer stessa. Una domanda a cui ha replicato ieri, ai microfoni di Sky TG24, Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia, ospite di Buongiorno.

La quale, senza troppi giri di parole, ha dichiarato: «Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo, se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto in Uk. È una valutazione del Cts che ha delle sue basi, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici: quindi la somministrazione a 21 giorni. Perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione».

Non solo. Sempre in merito all’allungamento della finestra per la somministrazione della seconda dose, la Marino ha spiegato: «Dobbiamo studiare anche la necessità della terza dose – ha continuato –. Abbiamo i dati che dimostrano la copertura immunitaria a sei mesi, dobbiamo osservare i successivi sei mesi. Potrebbe essere possibile una terza dose. Ma forse anche non necessaria, a meno che non intervengano eventuali varianti. In quel caso una dose “buster” potrebbe essere utile. Sul vaccino annuale bisogna essere molto cauti. Potrebbe essere necessario entro l’anno. O magari entro due». Marino ha poi ricordato come «gli studi dimostrino l’efficacia del vaccino sulle varianti, in particolare la sudafricana. Vale lo stesso su quella brasiliana. Possiamo sicuramente affermare l’efficacia del vaccini nei loro confronti. L’allarmismo è più relativo alla capacità di diffusione».

Un chiarimento necessario, quello che arriva da Pfizer, che si innesta su un terreno problematico e, negli ultimi giorni, al centro di un dibattito inesorabilmente sforato nelle polemiche. Una specificazione, quella dell’azienda, che arriva dopo che Lazio, Liguria, Toscana, Emilia, Piemonte e Campania hanno deciso, su consiglio del Cts, di allungare l’intervallo tra la prima e la seconda somministrazione delle dosi di farmaco anti Covid. Una soluzione che, specie nelle ultime ore, il Comitato ha validato con l’argomentazione secondo cui l’allungamento dei tempi del richiamo «non inficia l’efficacia della risposta immunitaria». Un parere ribadito da Cts e da Figliuolo che, dopo la raccomandazione di Pfizer, ha confermato alle Regioni che il punto di riferimento restano i pronunciamenti del Cts.

Lunedì 10 maggio, infatti, l’unità di crisi Covid della RegioneLazio ha annunciato che a partire dal lunedì 17 maggio saranno estesi i richiami del vaccino Pfizer a 5 settimane, ossia 35 giorni, specificando che «tutti gli interessati verranno avvisati in anticipo via sms». Un allungamento dei tempi per il richiamo che recepisce r ufficializza le indicazioni del Cts e della struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo. E che consentirà un aumento della platea delle prime dosi del vaccino Pfizer a partire già dal mese in corso. Consegne delle dosi permettendo. Nessuna modifica, invece, è prevista al momento per tutti gli altri vaccini.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.