Vaccini, Luca Zaia a valanga contro il sistema: “Se qualcuno ha sbagliato, ditelo. Fuori nomi e cognomi”

«Draghi è una persona intelligente. Infatti non ha sostenuto che tutte le Regioni abbiano sbagliato. Siccome il piano nazionale lo devono seguire tutti, non sarebbe male sapere quali siano le Regioni che hanno vaccinato le persone sbagliate». Luca Zaia, in un’intervista al Corriere della Sera, risponde all’osservazione del premier sui territori che trascurerebbero i loro anziani. «La differenza tra noi e Roma è una e sostanziale. Noi siamo a bordo campo e abbiamo gli ammalati. Chi a Roma parla male dell’autonomia è in tribuna e non ha le responsabilità che abbiamo noi».

Se qualcosa non ha funzionato c’è un motivo. «Per prima cosa bisogna avere i vaccini. In secondo luogo occorre che le Regioni non si trovino sulle montagne russe con ordini e contrordini come invece è accaduto. E poi occorre avere il personale che fa le vaccinazioni. Da questo punto di vista, io dico: chi vuole, venga da noi a vedere. Però, se sono state cambiate le date di nascita di chi doveva essere vaccinato e poi sono stati aggiunti gli insegnanti, non è colpa delle Regioni».

In Conferenza Stato-Regioni, prosegue Luca Zaia, «in molti hanno sottolineato ciò che ci ha reso il lavoro di vaccinare più difficile. Abbiamo dovuto stornare dagli anziani, poi dalle scuole. Se poi c’è qualcuno che si è comportato male, nome e cognome». Questo, «perché si sappia, ma anche perché possa dire la sua. Io ho sempre avuto un rapporto di leale collaborazione con chiunque ci fosse al governo. Però, deve essere un accordo tra gentiluomini. Certe dichiarazioni di quest’ultimo periodo non si possono sentire. Peraltro, noi veneti un ritorno al centralismo non lo accetteremmo mai».

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