Uranio impoverito: ecco quali sono le armi e le munizioni che Londra fornirà all’Ucraina

La Russia ha accusato la Gran Bretagna di voler scatenare un “genocidio” fornendo all’Ucraina armi con uranio impoverito. “L’uso di munizioni con uranio impoverito è una manifestazione di genocidio della popolazione contro la quale sono usate e delle persone che le usano”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un’intervista alla ‘Sputnik‘.

Anche il presidente russo, Vladimir Putin, ha criticato apertamente la decisione della Gran Bretagna di consegnare all’esercito di Kiev munizioni con uranio impoverito. Ieri sera il ministero della Difesa britannico in una nota ha respinto le accuse, spiegando che si tratta di “un componente standard” che ”non ha nulla a che fare con armi o capacità nucleari”. E questo “la Russia lo sa, ma sta deliberatamente cercando di disinformare”, si precisa nella nota.

La Gran Bretagna ha in dotazione almeno due tipi di proiettili a uranio impoverito: le Charm 1 e le Charm 3. Entrambi possono essere utilizzati come munizioni per i cannoni da 120 millimetri, montati su alcuni carri armati in dotazione all’esercito. Possono essere montanti anche sui carri armati Challenger 2, i tank che il governo britannico ha intenzione di inviare alle forze armate ucraine. Secondo gli esperti, “sono proiettili che permettono di distruggere i tank con un’efficacia decisamente superiore rispetto a quelli che le forza armate ucraine usano ora”.

Londra ha ripetutamente rivendicato il diritto a possederli e a farvi ricorso: evidenziandone l’efficacia e insistendo a minimizzarne l’impatto radioattivo come asseritamente trascurabile.

L’uranio impoverito è un sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio, utilizzato sia in ambiti civili che militari. Il suo utilizzo è agevolato dai bassi costi e da una facile reperibilità. In campo militare, l’uranio impoverito è utilizzato nelle munizioni anticarro e per perforare i mezzi corazzati. Dopo un trattamento specifico, infatti, l’uranio impoverito diventa duro e resistente, denota un’elevata densità e risulta molto efficace proprio se utilizzato con il fine di penetrare i mezzi corazzati del nemico.

Nella fabbricazione del proiettile all’uranio impoverito è utilizzata anche una piccola percentuale di plutonio. Il plutonio e l’uranio, all’atto dell’esplosione, sviluppano una piccola reazione atomica che eleva la temperatura del punto di contatto del proiettile. Così facendo, la corazza di un carro armato viene penetrata e fusa. Dopo l’impatto, una parte dell’uranio contenuto inizialmente nel proiettile si dissolve nell’aria.

La sua radioattività è considerata di basso livello ma l’esposizione a questo materiale può causare danni a pancreas, reni, stomaco, intestino. In taluni casi può avere effetti carcinogeni o creare malformazioni in uno o più organi del feto. Uno dei rischi più importanti è legato all’inalazione del materiale polverizzato o alla sua introduzione nell’organismo tramite cibo o acqua. Manifestazioni di tossicità sono poi possibili anche nel caso di contatto attraverso ferite. Le malattie sviluppate dai militari durante le guerre in Iraq, Afganistan e nei Balcani sono state definite come Sindrome della Guerra del Golfo e Sindrome dei Balcani.

Pubblicato da edizioni24

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