“Una paga da fame!”. Ornela affossa la sinistra: “Ma voi dove siete?”

Ha fatto letteralmente il giro dei web il video in cui una giovane ingegnera edile si sfoga contro le “paghe da fame”. Ornela Casassa, 28 anni, è rimasta un po’ stupita di questa viralità sui social. Non tanto per la visibilità che quel filmato le ha dato: “Tra poco mi supererà il video di una scimmia che fa amicizia con un gabbiano”, ha commentato ironicamente a Repubblica. “Spero di rifiatare un po’”. Più che altro la sua meraviglia è nei confronti di chi scopre solo adesso che ci sono giovani professionisti sottopagati. E nel mirino finisce soprattutto il Partito Democratico, concentrato invece in questi giorni più sulle sue primarie. Con tanto di litigi e veleni interni.

Del resto, durante quella cena che è finita poi nel filmato virale, Ornela Casassa parlava con una sua amica, Selena Candia, che è una consigliera regionale di centrosinistra in Liguria. Ed è proprio a quel mondo politico – che, sulla carta, dovrebbe essere particolarmente attento alle tematiche sociali – che l’ingegnera di Genova si rivolge con un durissimo attacco. “La sinistra dovrebbe avere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori nel suo dna, dovrebbe averli tra i suoi temi fondanti – è la stoccata di Casassa –. La sera del video, al tavolo, ci chiedevamo perché la sinistra perda voti e la mia era una risposta. Il tema del lavoro per i giovani è fondamentale, lo dimostra la valanga di commenti che ho ricevuto. Ragazze e ragazzi si sono rispecchiati in me, che ho solo detto, in maniera forse un po’ diretta, come stanno le cose. Non si tratta di trovare una soluzione semplice e veloce. Bisogna cambiare un sistema: la sinistra non avrebbe dovuto lasciar cadere così in basso l’asticella.

Invece quella stessa sinistra che Ornela Casassa legittimamente critica sta in questo momento portando pubblicamente avanti altri progetti. Eloquente, ad esempio, è il programma elettorale di Elly Schelin, una dei quattro candidati alla carica di segretario nazionale del Partito Democratico: ius soli e ddl Zan su tutti. Due cavalli di battaglia che, tra l’altro, già nel recente passato non sono andati in porto nonostante ci sia stato per un lunghissimo periodo di tempo il centrosinistra in maggioranza. Il primo, per il quale il Pd aveva (fallimentarmente) virato sullo ius scholae, non era nemmeno arrivato al voto di fiducia sotto il governo Gentiloni; mentre il secondo era stato direttamente affossato in Senato con il voto segreto, benché Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Italia Viva avessero i numeri per approvarlo.

Non solo la sinistra politica, però. Anche con i sindacati i rapporti sono praticamente nulli, come lei stessa racconta nell’intervista: “Non sono mai venuta a contatto con quel mondo. La maggior parte di noi giovani lavoratori, non solo professionisti, non sa cosa siano”. La giovane ingegnera non ne vuole fare nemmeno una questione di genere, visto che Casassa spiega come anche proprio compagno non sia stato riservato un trattamento molto diverso dal suo. “A me e ai miei amici, compreso il mio compagno, che fa lo stesso mestiere, ed è stato precario, sono accadute le stesse cose. Non credo sia una bella notizia però: non è neppure più un problema di gender gap, perché nel mondo del lavoro c’ìè ormai un’unica grande categoria, da sfruttare: i giovani”.

Ornela Casassa vuole comunque prendere tutta questa vicenda con sarcasmo: “In fondo nel video ho detto che la terra è tonda, mi colpisce il boom mediatico che ha suscitato”. Oggi, a 28 anni, sostiene di essere finalmente riuscita a trovare “un lavoro appagante e in un contesto che mi rispetta come professionista e come lavoratrice. Spero però che le mie parole abbiano piantato un seme nella testa di qualcuno”. E quel qualcuno Casassa lo cita chiaramente nel suo video, quando invita gli esponenti politici di sinistra a smettere di abbassare l’asticella dei diritti. Peccato soltanto il Pd non abbia la capacità di ascoltare le tante Ornela che esistono nel nostro Paese. Per ora, la cosa più importante per quel partito sono le primarie.

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