L’appello di un veterano: “Per amor di patria si può anche fingere, purché si salvino vite”

A settembre 2020, dopo 18 anni, ritrovo, cosi per caso, dall’ultima volta, da quel campo, uno dei comandanti più giovani di quella operazione. Una operazione di cui non ricordo il nome. Forse non era cosi “Speciale”. È lui? Che diamine di mestiere fa? Che si è inventato ora? No. Non può essere lui. Invece si. È proprio lui.

Ad onor di cronaca non so se sia stato un caso oppure il destino. Anche perché lo rivedo in uno dei periodi più bui dell mio percorso terreno. Lotto tra la vita e la morte. E il mio più grande desiderio era salutare quel comandante. Ed un ringraziamento va anche ad ith24 che mi ha dato la possibilità di pubblicare queste parole.

Erano anni difficili. Anni particolari. Di piombo, sangue e spettri. Non entro nel merito della questione. Anche perché il messaggio che voglio lanciare è un altro.

Ero incuriosito da questo ragazzo. Perché parlava un linguaggio comune. Quasi fosse l’amico della porta accanto. E ricordo come se fosse ieri, una delle sue teorie: “se riesci a fare il gioco del nemico, che di norma gioca sporco, vinci due volte. La prima: perché rafforzerà le sue teorie credendo di percorrere la via giusta. La seconda sconfitta sarà morale: perché quando terminerai di fare il suo gioco, tenteranno di abbatterti, Ed è proprio lì che noi colpiremo. Perché quando ferisci l’orgoglio di chi non ha morale, come i terroristi, la reazione sarà istintiva. E gli istintivi sparano a casaccio. Finiranno per ammazzarsi da soli”. Ebbe ragione due volte. Finì proprio così.

Tornando ai veterani, ci sono uomini italiani, veterani di tante missioni in giro per il mondo, che per l’amor di patria e il senso del dovere, spesso antepongono ai propri affetti le priorità e il bene di una Nazione intera.

Questi uomini hanno riportato danni irreversibili alla propria salute perché esposti nei campi di battaglia a elementi altamente nocivi, quali l’uranio impoverito.

La cosa che fa rabbrividire è il senso di mancanza di rispetto che la Nazione ha per questi Eroi, troppo spesso dimenticati da chi dovrebbe rendergli onore ogni giorno e prendersi cura di loro e dei propri familiari.

Quel giovane comandante oggi vive al nord, sposato con 4 figli. Gli anni passano. Le medaglie restano. E anche questa volta ha avuto ragione… Per i veterani è dura. Ma per chi è ancora dentro non sarà difficile rappresentarci.

Pubblicato da edizioni24

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