Ucraina, scappano anche verso l’Italia. Sono oltre 5 milioni di profughi. Salvini: accogliamoli, scappano da guerre vere

Al momento i profughi che abbandonano l’Ucraina in guerra si riversano verso la Polonia. La Slovacchia. L’Ungheria. La Romania e la Moldavia. Ma oltre a questa prima ondata di sfollati e di famiglie in fuga, si profila all’orizzonte un esodo ben più massiccio. Tanto che, come riferisce tra gli altri Il Messaggeroin un servizio dedicato, «si stima che 5 milioni di ucraini, su una popolazione di 44 milioni, lasceranno il Paese diretti soprattutto in direzione delle nazioni dove si trovano già loro parenti». E in questo scenario l’Italia rappresenta notoriamente la realtà in cui la comunità ucraina è quella più numerosa.

Tanto è vero che, questa mattina, nell’informativa urgente al Parlamento sull’Ucraina, lo stesso premier Draghi ha sottolineato: «È possibile immaginare un ingente afflusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi». Un messaggio recepito dal leader della Lega, Matteo Salvini che ne ha approfittato per rivolgere al governo un l’appello ad «accogliere chi fugge dal conflitto». Una richiesta che il numero uno del Carroccio fa sua. E attraverso la quale coglie anche l’opportunità per ribadire la differenza tra gli sbarchi a profusione dei migranti e l’arrivo dei profughi di guerra.

Sottolineando: «Mentre spesso si parla di guerre finte, questi profughi sono veri e scappano da guerre vere», ha rimarcato il leghista intervenendo al Senato dopo l’informativa di Mario Draghi. E proprio rivolgendosi al premier, Salvini ha aggiunto: «Lei rappresenta un Paese che sul dialogo, l’equilibrio e la mediazione, ha fondato la sua cultura.  Quindi porti il nome dell’Italia nel nome del dialogo. A noi la guerra non piace mai». Ribadendo contestualmente che: «Servono corridoi umanitari dall’Ucraina. E io incontrerò nelle prossime ore le organizzazioni umanitarie».

Un appello bipartisan, quello rivolto al premier Draghi, perché l’Italia accolga e dia riparo agli ucraini in fuga arriva anche dal segretario del Pd, Enrico Letta. Il quale, rivolgendosi a Draghi, nel suo intervento in Aula a Montecitorio sulla guerra in Ucraina, ha sostenuto: «Mi ha colto negativamente vedere che nelle conclusioni del Consiglio europeo non si facesse riferimento ai rifugiati. Il nostro Paese deve mettere in agenda l’allestimento di corridoi umanitari».

Una realtà grammatica, quella dei profughi, con cui è doveroso fare i conti, che ha spinto Matteo Renzi a dire: «Forse qualche paese dell’area Visegrad, quando si vedranno arrivare centinaia di migliaia di profughi, capiranno che il sistema di accoglienza dell’accordo di Dublino non funziona più. La catastrofe umanitaria porterà una massa di profughi alle porte di quei Paesi che per anni hanno voltato le spalle all’Italia e i paesi del Mediterraneo sul cambiare il trattato di Dublino».

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