Ucraina, inizia l’evacuazione di Kherson. L’appello al Paese: “Chi può vada via”

In Ucraina è iniziata l’evacuazione dai territori liberati della regione di Kherson, da cui i russi si sono ritirati la settimana scorsa. L’evacuazione, coordinata direttamente da Kiev, non è obbligatoria: riguarda le persone che hanno espresso il desiderio di partire, che sono state registrate e alle quali lo Stato garantirà il trasferimento verso i distretti occidentali. «Le persone saranno trasferite nel luogo in cui trascorreranno l’inverno», ha detto la vice premier e ministro per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, Iryna Vereshchuk, annunciando l’inizio dell’evacuazione mentre era in visita a Mykolaiv.

«Lo Stato si assume la responsabilità del trasporto. Verranno forniti case, cure, tutto ciò che serve», ha spiegato Vereshchuk, sottolineando come in particolare per i fragili, anziani e malati in testa, e per chi ha subito danni alla casa il trasferimento sia una necessità. La situazione, infatti, è particolarmente drammatica: la città, dopo la lunga occupazione russa, è in gran parte priva di acqua, gas ed elettricità. E se oggi un segnale di speranza è stato rappresentato dall’arrivo del primo treno da Kiev dall’inizio della guerra, un nuovo motivo di profonda angoscia è stato invece la ripresa degli attacchi russi in città e nella regione: a Kherson sono stati segnalati bombardamenti, mentre poco più a ovest, a Bilozerka, c’è stato un raid su un punto di distribuzione del pane, nel quale cinque persone sono rimaste ferite.

Ma la mancanza di energia elettrica, che rende pressoché insostenibile l’arrivo dell’inverno, sta mettendo a dura prova l’intera Ucraina, ormai per metà senza corrente. Una situazione che non risparmia neanche la Capitale. Oggi il ceo della società per l’energia Dtek, Maksim Timchenko, ha invitato i suoi connazionali a lasciare il Paese, se sono in grado di trovare un posto in cui stare per i prossimi tre o quattro mesi, per contribuire al risparmio di energia. In una intervista alla Bbc, Timchenko, ha spiegato che con ogni attacco russo il sistema dell’energia elettrica in Ucraina si fa meno affidabile e l’unica cosa che si può fare per mantenerlo in funzione è ridurre i consumi. «Se si consuma di meno, poi gli ospedali con i militari feriti avranno l’alimentazione garantita», ha spiegato.

«L’intero territorio dell’Ucraina soffre per mancanza di luce, e quindi patisce il freddo, freddo nelle case per l’impossibilità di riscaldare adeguatamente le abitazioni nelle città e nei villaggi colpiti da attacchi missilistici russi», ha detto l’arcivescovo di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, nel videomessaggio quotidiano nel quale ha ricordato che «i nostri figli, i figli della guerra, sono oggi una delle fasce più vulnerabili della nostra società. Tra quei milioni di rifugiati, tra i milioni di sfollati interni, quasi la metà se non di più, sono proprio i bambini, bambini di varie età». Shevchuk, quindi, soffermandosi sull’angoscia della chiesa per i bambini che si trovano lontani dalla loro terra d’origine, ha comunque sottolineato che «nonostante queste sfide di natura militare, domestica e umanitaria, il nostro popolo è fermo nella volontà di difendere la propria Patria, di difendere il diritto all’esistenza del proprio stato ucraino libero e sovrano».

Ma oggi in Ucraina è stato anche il giorno della visita del premier britannico Rishi Sunak, arrivato a sorpresa a Kiev. Sunak ha assicurato all’Ucraina altri aiuti per la difesa aerea. Il nuovo pacchetto, del valore di circa 57 milioni di euro, «comprende – si legge in una nota di Downing Street – 125 armi antiaerei e tecnologia per contrastare i micidiali droni forniti dall’Iran, tra cui decine di radar e capacità di guerra elettronica anti-drone. Fa seguito agli oltre 1.000 nuovi missili antiaerei annunciati dal ministro della Difesa all’inizio del mese». «Durante l’incontro abbiamo discusso le questioni più importanti sia per i nostri paesi che per la sicurezza globale», ha scritto il presidente Volodomyr Zelensky su Telegram. «Grazie Rishi Sunak. Con amici come te al nostro fianco, siamo fiduciosi nella nostra vittoria. Entrambe le nostre nazioni sanno cosa significa difendere la libertà», ha poi scritto Zelensky su Twitter. Parole che ricalcano quelle di Sunak: «La Gran Bretagna sa cosa significa combattere per la libertà. Siamo con voi completamente».

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