“Non voglio imparare l’italiano, sono così stanco di sentire l’italiano. Lo odio”. È quanto dice Finnegan Elder Lee in un dialogo intercettato il 2 agosto scorso nel carcere di Regina Coeli. “Se mai tornerò negli Stati Uniti – e la gente mi fa “ooh la cultura italiana, la lingua italiana, che bellezza” – io dirò [quella merda?] è disgustoso. Fa schifo non voglio mai più sentire l’italiano, mai più. Ok [inudibile]. È tutto quello che sento, tutto il giorno. Cazzate”..
Elder è a processo con Gabriel Natale Hjort per l’omicidio del carabiniere Cerciello Rega ucciso con undici coltellate lo scorso 26 luglio. Parla con uno dei suoi difensori e il padre a pochi giorni dall’arresto. I dialoghi tradotti in italiano sono stati oggetto di una perizia disposta dalla Corte d’Assise.
“Mi hanno menato di brutto […] alla stazione e mi hanno detto che mi avrebbero dato quarant’anni se non gli davo la password del mio telefono. Quindi, non so se (in qualche modo hanno trovato/hanno fatto in modo di trovare) foto qualcosa contro di me lì dentro. Mi hanno buttato a terra, mi hanno dato calci pugni, mi sono salit.i sopra, mi hanno sputato addosso” aggiunge nell’intercettazione.
“Vediamo due poliziotti che si avvicinano di nascosto da dietro e il tizio grosso mi placca. Quello più piccolo raggiunge il mio amico. Noi eravamo rivolti verso l’altra direzione e loro stavano, avvicinandosi di soppiatto per arrivare dietro di noi. Poi mi sono girato e l’ho visto tipo a un metro da me. Poi mi ha placcato”
“Siamo andati giù e lui mi è salito sopra e mi ha dato qualche pugno e poi ha iniziato a strangolarmi. Ecco perché ho tirato fuori il mio coltello. L’ho accoltellato tipo, due volte nella pancia e quello non ha aiutato molto perché sembrava solo restare qui. Quindi ho semplicemente continuato a pugnalare e poi una volta che ha smesso una volta che mi ha lasciato il collo me lo sono buttato via di dosso”.
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