
By Giuseppe Tricarico
Le spiagge sono libere, chiunque può entrare e piantare l’ombrellone. Abbiamo scritto chiunque. Viceversa, dall’altra parte della sponda del fiume, c’è la selezione. Ma cosa accade tra le stanze damascate di casa Lizzie? Cosa si sussurrano all’interno della pescheria, piazza di spaccio, le pescivendole tra un caffè e l’altro? Ovviamente non vogliamo entrare nel personale, quindi ci limitiamo ai soli fatti di cronaca, rosa e nera. Nero su bianco. È il mio mestiere. Mah, proprio il mio no, vengo dal Tuscania. Magari, prima o poi ci guarderemo negli occhi. Ma mi piace la idea che alcuni ignoranti possano pensare che dietro il mio nome ci siano altri. Un nome di bandiera. Ci provo’ già provolone, facendo quasi credere ai magistrati che in fondo la mano non fosse mia. Ma di altri. Perchè deluderli anzitempo. Le pendici del Vesuvio sono diventate come Roma, non ci sono segreti, proprio come a La Buvette Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone e dei privilegi. Il gioco preferito? Fare fuori “l’altro”. Il parlamento è il nuovo Squid Game. Un po come accade in casa Lizzie. Parola d’ordine? Soldi! E come da tradizione familiare, Lizzie è pronta a tutto pur di farsi mantenere. Infatti, ormai espertissima, studia la notte per il giorno. Domanda lei: che lavoro fai? Poi si informa. Cerca. Gira e rigira, e non appena nota che l’affare può andare in porto, si finge anche gelosa: “Amore mio”. Perchè non hai risoosto? Io ti guardo!. Si, come no!?. Al portafogli. E come Mago Otelma, prevede anche il futuro. Sa già come finirà. Ah no, pardon, quella è mangiafuoco. Come finirà? Chiedete a Mangiafuoco. Quando non c’è lei di mezzo, Lizzie finisce faccia a terra. Basterebbe solo questo per aprire gli occhi ai preposti. Qualcuno li chiama miracoli. Già.
Tutto ruota intorno al Dio danaro, i piccioli. Dopo il fallimento della famiglia di Lizzie, finiti in carcere con diverse accuse: ricettazione, truffa aggravata e prostituzione in case di appuntamento tra Casalnuovo e Pomigliano D’arco. Pende finanche una denuncia presentata dal padre di Lizzie nei confronti della moglie (nero su bianco) La casa familiare è diventato un carcere all’oscuro. Cosicché Lizzie si è armata di buona volontà e si è inventata un lavoretto, uno dei più difficili ma nobili. Aiutare il prossimo. Ma Lizzie perché lavora? È semplice. Perchè la faniglia, prima che tornasse dalla Francia fu chiara: “Qui non ti possiamo mantenere, trovati prima un lavoro e poi vieni. Altrimenti trovati un uomo e fatti mantenere”. Detto fatto. 1, 2 e 3. Ma chi cazzo la deve mantenere a Lizzie? Guardate cosa dice: “A me mi devono mantenere, me lo merito”. Ma a quali imprese si riferisce la giovane pescivendola, se non è in grado neanche di badare ad una lumaca? L’unica impresa che gli riesce è instagram, Facebook: tacco, vestitino e treccine all’ultimo grido che non si portano neanche più, e via. Si salvi chi può.
I fannulloni non perdono tempo per protestare e reclamare i propri diritti, quelli che, quando spettavano a loro mantenere, come oggi, tergiversano, vaghi, come il fatto non fosse loro. Meno male che Alonso c’è. Altro giro altra corsa. Alonso ha capito tutto. E il suo pensiero è corretto: “Ma che me ne frega, mi diverto, mica me la devo sposare. La spiaggia era libera, subito ho piantato l’ombrellone” Cazzo! Si mette male! Pensavamo, come Lizzie che fosse quello giusto. L’ultimo. La speranza. Ma non è detta l’ultima parola. Lizzie può usare sempre l’arma del sesso sfrenato, quello da cassetta che vede di nascosto per poi cancellare la crobologia. Magari un bebè, il quarto, potrebbe salvarla dalla fame. Tranquilli, se non hanno una piccola o media o grande posizione e il benestare del Clun, Lizzie declina.
Nel frattempo ogni occasione è buona per fare caciara, perfino la visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Caivano. Nonostante si sia recata lì dopo lo stupro di gruppo nei confronti di due bambine, loro, i fannulloni, i nullatenenti, i mantenuti dai pantaloni, ne hanno approfittato per sghignazzare, deridere e insultare il premier. Che cattivo gusto. Per carità, il dissenso è sempre lecito purché ci sia rispetto. Non solo per la persona contestata, ma anche e soprattutto per il luogo. In questo caso il parco verde di Caivano teatro di orrore e di violenza. Ma si sa, i fannulloni (alcuni di quelli presenti ovviamente) non hanno nessun senso di rispetto, di vergogna. Nessun pudore. Vogliono i soldi, i nostri soldi. Soldi regalati loro dal Masaniello Della Vega (con tanto di buco nella casse dello Stato da oltre 15 miliardi) Provate a chiedere alle finanziarie, che soffia sul fuoco della protesta. “Ridateci il mantenimento”, dicono loro a furor di popolo. Ci spetta. Di diritto. Finisce in carcere a 70 anni, e i suoi idoli solo Setola e la serie TV Gomorra. Però non lo dite in giro, perché sa fingere. È una macchietta più volte ricoverato in cliniche psichiatriche (Nero su bianco). Riba vecchia, grida mangiafuoco. E Lizzie lo sa. Ma Lizzie essendo peggio di Della Vega, si aizza a paladina della ragione davanti ad Alonso & Co: “Non gli date confidenza, è particolare”. Funziona così, oppure no? Se proprio non volete credermi omandate a bimbominghia. La storia è sempre la stessa. Sincerità programmata. Quasi fosse meglio di Della Vega. Ascoltate cosa dice Lizzie a Della Vega, quando Della Vega tentò di richiamare Lizzie subito dopo aver mollato bimbominghia per Alonso in meno di due giorni, s’intende. Come una ragazzina di 15 anni alle prime avventure. “Tu vuoi parlare di me? Mi chiami puttana? Perché non l’hai fatto pure tu?”. Ma a che livelli siamo? Altro che Parco Verde. Ma la magia sta tutta nel tacco e nel vestitino: come da incanto appare una super star. Giusto il tempo dell’uscita. Tornata a casa si trasforma, proprio come cenerentola a mezzanotte. “Cazzo, sfaccimma e pesci in culo, all’ordine del giorno). Mangiafuoco docet.
E, alla mantenuta anzi, agli ex, non va proprio giù che il governo abbia mantenuto la promessa fatta in campagna elettorale e cancellato il sussidio grillino con un colpo di spugna. Gli aiuti da ora in poi li riceveranno solo i veri bisognosi, i cittadini che non hanno alcuna possibilità di lavorare. Il piano è già partito. Ovviamente i fragili continueranno a ricevere l’assegno. Più che giusto, è dovere dello Stato aiutare i suoi “figli” bisognosi.
“Come faremo ora ad andare avanti?”, dicono gli ex mantenuti in protesta convinti di essere esauditi. Magari con il lavoro? Peccato, però, che per molti di loro la parola lavoro sia sconosciuta. Allora ci pensa Alonso: “Mi pagano”. Parola di Lizzie. Quanto ci stupisce: perché Lizzie non è così. Lizzie almeno all’inizio si propone: pago io. Facciamo a metà. È la sua arte per dimostrare che in fondo non bada ai soldi. Ci viene da ridere. Usa sempre la stessa tecnica. Vecchia quanto la cassaforte di Della Vega.
Il lavoro: occupazione retribuita e considerata come mezzo di sostentamento e quindi esercizio di un mestiere, di un’arte, di una professione. Vivere del o con il proprio lavoro; non ha altra fonte di reddito che il proprio lavoro; chiedere, cercare, trovare lavoro. Ci auguriamo che lo facciano perché la musica è cambiata. Come la disoccupazione già scesa al 7,6%. Lo dice l’Istat.