Trasformisti: a Caivano vogliono vincere a “tutti i costi”. Ecco chi sono

Enzo Falco

By Lucia Gallo

Il “trasformismo” ha origini antiche. Ufficialmente in Italia vede la luce nel 1882, governo Depretis, con il presidente del Consiglio che pubblicamente auspicò l’ingresso nella maggioranza degli esponenti della Destra storica più progressisti. Nacque così uno schieramento nuovo, centrista, che si proponeva di attuare le riforme bloccando l’azione delle parti più radicali del parlamento, ma di fatto rendeva (e rese) impossibile il meccanismo dell’alternanza al potere.

Ma tradotto in soldoni che cos’è il trasformismo? Si sale sul “carro del vincitore”, portandogli in dote i propri voti, in cambio di qualcosa: in genere posti di potere. Ma anche chiudere un occhio su terreni o abitazioni con sigilli, lottizzazioni di vario genere, e altro. Che sicuramente riporteremo nei prossimi post.

Dal 1994 in poi è una pratica che, chi più chi meno, hanno adottato sia il centrodestra sia il centrosinistra, per puntellare le maggioranze quando i numeri, per una ragione o un’altra, vacillavano.

Pippo Ponticelli

Anzi. Potrebbe sembrare strano, ma alcuni candidati consiglieri, puntano ad essere eletti con un partito, tra virgolette vincente, per poi confluire nel gruppo misto, affinché il suo voto venga costantemente barattato con qualche tornaconto personale. Ed è proprio per questo motivo che ci ritroviamo personaggi che cambiano casacca e schieramento, da sinistra a destra, come se fossero canguri impazziti.

L’attualità politica ci parla di un ritorno in grande stile del trasformismo, con numerosi nuovi ingressi soprattutto di esponenti che fino a ieri hanno appoggiato la destra capeggiata dall’ex Sindaco Simone Monopoli, per poi cinfluire a sinistra, sotto la barra di Emzo Falco. Un personaggio che ha già dato per un trentennio senza produrre niente.

Carmine Peluso

Basti pensare che nella legislatura precedente, molto turbolenta l’avv. Pippo Ponticelli, già reduce di diversi cambi di casacca, è passato dall’appoggiare la destra di Monopoli, alla sinistra di Enzo Falco. Destra sinistra, sinistra destra. Senza ideali. Un po come “Peppeniello” in miseria e nobiltà: “Vicienz me pat a me”. Non solo. Ma anche l’avv. Claudio Castaldo, Carmine Peluso e Raffaele Del Gaudio .

Insomma, potremmo definirli i Razzi e Scilipoti caivanesi.

Ma torniamo alla legislatura corrente. A colpire è soprattutto la trasversalità dell’emorragia: nessun gruppo è escluso. Chi proprio non sa (o non vuole) scegliere si butta sul carro del vincitore mortificando il proprio elettorato. Che invece di prendere i forconi, pare scendere anche a compromessi. Speriamo di no.

Insomma, chi decide di votare Enzo Falco alle prossime elezioni caivanesi, ripropone un sistema politico fallimentare, vecchio. Ma soprattutto senza una identità politica. Oggi a destra, domani a sinistra, dopodomani chi lo sa….

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