Torna l’incubo Dad in Alto Adige: casi di positività tra alunni e professori

Se il buongiorno si vede dal mattino… In Alto Adige, torna lo spettro della dad: a pochi giorni dal ritorno tra i banchi, i test a scuola hanno portato alla chiusura di alcune classi. E così, mentre il governo discetta sul Green pass ,si moltiplicano le lamentele e i disguidi per l’applicazione scolastica della vexata quaestio, in Alto Adige, dove l’anno scolastico è iniziato il 6 settembre, «alcune classi sono già in Dad» per casi di positività tra alunni e professori. Lo fa sapere il sito dio Tgcom24. E lo conferma il presidente della provincia autonoma Arno Kompatscher, ricordando come la Provincia abbia messo in campo un programma di screening a tappeto nelle scuole.

«Lo screening ci aiuterà ad evitare grossi focolai», ha spiegato Kompatscher. Del resto, lo screening altoatesino si aggiunge a quello predisposto a livello nazionale, a campione. «Il ministero alla Salute non ritiene solo utile il nostro screening, ma lo valuta positivo, utile e necessario. Per questo motivo andiamo avanti. I primi casi nelle scuole sono stati scoperti perché le persone, in un modo o l’altro, vengono testate». Una dimostrazione utile – e pratica – di come guardare positivamente a un evento, come quello delle prime aule chiuse in Alto Adige, con conseguente ritorno alla dad, in chiave ottimistica…

Ma tant’è. E così, va detto che anche nel Lazio sono partiti, in alcune scuole campione, i test salivari. Lo fa sapere l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che oggi ha visitato l’Istituto comprensivo Scuola G. Pallavicini a Roma. E che al termine della visita ha dichiarato: «Il monitoraggio interesserà circa 30.000 alunni e verrà effettuato ogni 2 settimane. Si tratta di prelievi salivari di natura molecolare che vengono processati in laboratorio, e il risultato si ha in 24 ore. Le operazioni sono molto semplici, non invasive. Qualora ci fosse un caso positivo, verrebbe immediatamente isolato insieme ai suoi contatti più stretti. Questa attività serve per intervenire in maniera puntuale e preventiva, per evitare che si vada incontro a chiusure di interi plessi scolastici».

E ancora, secondo quanto riferisce a riguardo l’Adnkronos: ogni provetta contenente un tampone è contrassegnata da un codice che identifica ogni singolo ragazzo che ha dato il consenso. Nel frattempo un operatore dell’équipe sanitaria fornisce al referente Covid scolastico, ai genitori e agli insegnanti, alcune informazioni e le modalità per l’auto-somministrazione a domicilio del tampone salivare. In una seconda fase, in giorni predefiniti verranno consegnati i tamponi per l’auto-somministrazione a casa alla scuola. Che attraverso il referente Covid li consegnerà alle famiglie. Il giorno successivo al ritiro da parte della scuola, la macchina della Asl li porterà al laboratorio.

Un test rapido e indolore, insomma. Anche se, ci tiene a sottolineare l’assessore regionale: «Quest’anno la novità è che l’anno scolastico parte con oltre il 98% del personale docente e non docente vaccinato. E anche una buona parte degli alunni. Sicuramente c’è uno scudo maggiore. Una difesa maggiore rispetto all’anno scorso». Peccato che già in Alto Adige si sia riaffacciato lo spettro della dad. E con la scuola cominciata solo da pochi giorni..

Pubblicato da edizioni24

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