Tetto al contante, la maggioranza si imbroda e va sotto. Il centrodestra fa sentire la sua voce: torna la soglia dei 2000 euro

La maggioranza di governo si spacca durante l’esame degli emendamenti al dl Milleproroghe in commissionealla Camera. E si ricompatta il centrodestra. Lega e Forza Italia votano con Fratelli d’Italia una retromarcia sulcontante: il tetto, che dal primo gennaio è sceso a mille euro, torna per un anno a duemila euro. La modifica sposta infatti l’entrata in vigore della soglia più bassa dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. La modifica è passata per un solo voto con il parere contrario del governo. Un avvertimento non tanto trascurabile per l’esecutivo Draghi.

Maggioranza esplosiva, brutta aria per il governo: nella notte sarebbe andata sotto quattro volte: oltre che sul tetto del contante, contro il parere dell’esecutivo è passato l’emendamento che prevede il dietrofront sull’Ilva; così come sono state approvate norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali. Duro scontro anche sul tema della giustizia fra il Pd e la Lega. Tensione alle stelle in maggioranza e passaggio “simbolico” importante per la coalizione del centrodestra. Che, dopo la freddezza che la corsa al Quirinale ha lasciato sul campo, torna a ricompattarsi. Un buon segnale. E una avvertimento per Draghi.

L’abbassamento dell’uso del contante – da 3000 a mille euro ci avrebbe riportato  ai tempi non rimpianti di Mario Monti. Era il dicembre 2011 e l’Italia era in piena tempesta degli spread. Il Governo Monti appena insediatosi fece un ulteriore passo indietro all’interno del decreto salva-Italia, consentendo il contante fino a 999,99 euro. Ora che è stato scongiurato il ritorno all’antico, Fratelli d’Italia può cantare vittoria perché da sempre in prima linea nel contastare la norma: “È sbagliata la scelta del Governo Draghi e della sua maggioranza di confermare l’abbassamento del tetto all’uso del contante: a mille euro a partire dal 1 gennaio 2022”, disse Giorgia Meloni alla fine dell’anno.

“Fratelli d’Italia aveva proposto con degli emendamenti alla manovra di cancellare e rivedere questo provvedimento; ma sono stati bocciati. Una scelta in perfetta continuità con il Governo Conte: inutile a combattere l’evasione fiscale; e che serve solo a drenare risorse dall’economia reale al sistema finanziario. FdI non si arrende e continuerà a combattere la sua battaglia contro una norma ideologica. Che rappresenta solo l’ennesimo favorevole alle banche“.

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