Terremoto in Turchia e Siria, cresce a dismisura il numero delle vittime. Sul posto anche i soccorritori italiani

È di almeno 4825 morti l’ultimo bilancio del terremoto che nella notte di ieri ha colpito la Turchia e la Siria. Una drammatica contabilità che è continuata a salire di ora in ora e che ancora non può considerarsi chiusa. In particolare, allo stato attuale in Turchia si contano 2921 le vittime accertate e 15.800 feriti, secondo quanto riferito dall’Autorità per la gestione delle emergenze (Afad). In Siria i morti sono 1451, stando ai dati forniti dal governo di Damasco e da fonti delle squadre di soccorso. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha comunicato stamattina che la Farnesina sta ancora cercando un nostro connazionale che si trovava in Turchia per lavoro, mentre è riuscita a contattare tutti gli altri italiani che erano nella zona del sisma.

Le scosse di assestamento registrate lungo la zona di confine tra Turchia e Siria dopo il sisma della notte di ieri sono state 243. A renderlo noto è stato questa mattina Yunus Sezer, a capo dell’Autorità per la gestione delle emergenze turca, Afad. Le persone portate in salvo finora nelle dieci province turche colpite dal sisma sono 7.800, secondo quanto riferito da Orhan Tatar, funzionario dell’Autorità per la gestione delle emergenze. Alle 6 di questa mattina, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Sabah citando il governatore di Istanbul, i soccorritori che avevano lasciato la città nelle ultime 12 ore per raggiungere le zone terremotate erano 13mila. Molti di loro, in gran parte volontari, erano diretti ad Hatay, dove mancherebbero le squadre necessarie a estrarre le persone intrappolate sotto le macerie.

Per tutta la giornata di ieri sono proseguite le attestazioni di solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite. Per tutta la giornata messaggi sono giunti dai leader di tutto il mondo e, ancora ieri sera, è giunta notizia di telefonate al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Fra le ultime di cui si è avuto riscontro quelle con il presidente Usa, Joe Biden, e con il presidente francese Emmanuel Macron. Gli Usa, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, sono pronti a «fornire tutta l’assistenza necessaria». Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha poi spiegato che l’amministrazione americana sta inviando due squadre di ricerca e soccorso di 79 persone per sostenere le operazioni delle squadre di soccorso turche.

Anche l’Italia è in prima linea nei soccorsi, immediatamente offerti. Personale della Protezione civile e dei Vigili del Fuoco è partito già ieri sera da Pisa con scalo all’aeroporto militare di Pratica di Mare su un aereo C130 dell’Areonatica militare ed è arrivato stamattina alle 6 ad Adana. Si tratta di 50 vigili del fuoco dei team Usar di Toscana e Lazio e di 11 sanitari e sei unità della Protezione civile. «Un advance team – ha spiegato il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci – che garantirà l’operatività, in raccordo con le autorità internazionali, di un modulo Usar Medium (Urban Search And Rescue – ricerca e soccorso in ambito urbano), messo a disposizione dai Vigili del Fuoco e integrato da personale sanitario del sistema maxi emergenze della Regione Toscana e della Regione Lazio». «Siamo vicini alle popolazioni della Turchia e della Siria – ha sottolineato Musumeci – non solo con il pensiero e col cuore, ma anche con gli aiuti concreti affidati al personale esperto ed agli strumenti del nostro Servizio nazionale di Protezione civile».

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