Tasse, da gennaio lo tsunami: ecco chi colpirà

A parte un blocco del costo dei pedaggi per quanti (e sono davvero pochi visto le restrizioni rinnovate da Giuseppi) si troveranno a circolare lungo le autostrade, il 2021 si annuncia decisamente pesante per i contribuenti italiani.

Quelli che sono divenuti oramai i tradizionali rincari di fine anno, stando a quanto inserito all’interno del decreto milleproroghe, saranno infatti congelati almeno per sette mesi. Ciò non significa, tuttavia, che al termine di questo stop temporaneo (ovvero fino a luglio 2021) non si decida comunque di intervenire per effettuare i tradizionali “adeguamenti delle tariffe” che di solito contraddistinguono le fasi finali dell’anno.

Una boccata di ossigeno, dunque, per le famiglie? Non proprio, dato che, nonostante la pesantissima crisi economica dovuta non tanto all’emergenza sanitaria quanto alle pesanti limitazioni imposte a più riprese dal governo, dopo i botti di capodanno arriveranno quelli al portafogli ed ai risparmi dei contribuenti.

Ad iniziare dai costi delle revisioni auto, che subiranno un pesante incremento, pari a 9,95 euro (il 22% in più rispetto a prima). L’emendamento, inserito nella manovra finanziaria ed approvato dalla commissione Bilancio alla Camera, prevede anche un contentino per quanti si troveranno a dover far fronte alla maggiorazione: si tratta del cosiddetto bonus “veicoli sicuri”, un contributo di 9,95 euro da utilizzare una sola volta e per un unico veicolo a motore entro tre anni (dal 2021 al 2023). Il beneficio non sarà comunque per tutti, dato che c’è un tetto di 4 milioni di euro, insufficiente per venire incontro a tutte le richieste che arriveranno.

Per chi viaggia ecco pronta anche la batosta sui prezzi dei biglietti di treni e aerei, già finiti nel mirino dell’Antitrust per l’improvvisa impennata registrata in concomitanza con il periodo di festività. Il forte timore è che non si torni più alle tariffe precedenti.

Per non parlare poi della scure sulle case degli italiani. La “Super Imu”, ovvero la megatassa nata dalla fusione tra Imu e Tasi, consente infatti ai comuni di residenza la possibilità di ritoccare verso l’alto le aliquote. La decisione sul peso della seconda rata della tassa sulla casa non è stata tuttavia presa da tutti gli Enti locali prima della scadenza del pagamento del saldo previsto per metà dicembre. Vista la possibilità da parte dei Comuni di incrementare l’Imu (che conterrà anche la Tasi) e dato che numerosi di essi sono a corto di fondi, il timore è quello della creazionedi una terza rata in scadenza a fine febbraio. Stando alla legge di Bilancio rientra nei poteri degli Enti locali la possibilità incrementare l’aliquota ordinaria massima dell’1,6% (quindi complessivamente fino all’1,14%) in sostituzione dell’aumento della Tasi. Per quanti avevano già visto innalzare l’Imu fino al suo massimo, il salto con la Super Imu si avvertirà di meno.

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3 Risposte a “Tasse, da gennaio lo tsunami: ecco chi colpirà”

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