Superbonus, anche Banca d’Italia dà ragione al governo Meloni. FdI: “l’allarme della sinistra è propaganda”

Troppi oneri per le casse dello Stato. Mentre il governo si appresta ad aprire un tavolo con le categorie sul Superbonus, il responsabile assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia, Giacomo Ricotti, parlando davanti alla commissione Finanze e Tesoro del Senato, spiazza tutti. Sottolineando gli enormi costi per lo Stato dovuti alla misura messa in piedi dal governo Conte.

“Il Superbonus ha avuto un impatto assai significativo sul settore delle costruzioni”, dice Ricotti. “Ed è incluso tra gli interventi del Pnrr in materia di impatto ambientale degli edifici residenziali. Anche tenendo conto delle imposte e dei contributi sociali versati a fronte dell’aumento dell’attività del settore, gli oneri della misura per il bilancio pubblico restano comunque ingenti. Sulla base di prime valutazioni – dice –  questi oneri netti hanno avuto un profilo crescente nel biennio. Si ridimensioneranno a partire dall’anno in corso per effetto della riduzione dell’aliquota prevista dalla normativa”.

L’automatico riconoscimento degli incentivi, in assenza di qualsiasi forma di controllo preventivo – insiste il dirigente della Banca d’Italia – porta con sé il rischio che le misure siano utilizzate in modo improprio. Se non fraudolentemente. E questo anche a prescindere dalla forma in cui vengono attribuite. Tra le soluzioni Ricotti propone un “potenziamento dei controlli nella fase iniziale. Sia pure a scapito di un riconoscimento meno snello delle agevolazioni.  Soprattutto per quelle di entità più significativa”. E ancora: una serie di presidi  ‘a monte’ che possono aiutare anche ad evitare onerose attività di controllo ex post.

Sul terreno minato dei bonus edilizi scendono in campo anche gli ingegneri. “Come membro della commissione di monitoraggio sul Superbonus la strada degli F24 credo che possa essere una proposta ragionevole”. Così Remo Vaudano, vicepresidente vicario del Consiglio nazionale degli ingegneri. “È chiaro che deve essere lo Stato che fa un conto della liquidità necessaria. E deve trovare il modo di capire quale quota parte della liquidità costante viene incassata dagli F24 per investirla”.

Nicola Calandrini, senatore di FdI, commenta con soddisfazione l’audizione di Ricotti. “Le considerazioni del capo del servizio assistenza e consulenza di Bankitalia  confermano la fondatezza delle ragioni che hanno portato il governo a intervenire sul Superbonus 110% . Gli oneri per i conti pubblici sono stati pesanti. Mentre, grazie al blocco della misura, ci saranno margini per politiche di sviluppo e sociali”.

Le dichiarazioni allarmistiche delle opposizioni, come quelle della senatrice dem Beatrice Lorenzin, hanno il  sapore della propaganda. “Non è bloccando il bonus, nella forma che era stata ideata dal governo Conte Bis, che si crea un disastro. Al contrario – conclude il senatore di FdI – continuare a indebitare le tasche degli italiani sarebbe stato un errore imperdonabile. Parlare dai banchi delle opposizioni è facile. Non mi pare che il Pd, quando era al governo, sia intervenuto sulla misura. Che, a detta della Lorenzin è sempre stata considerata temporanea”.

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