Stop armi all’Ucraina, car sharing nazionale e salario minimo: Dibba ricopia il menù del M5s e si ripropone come nuovo

Dalle battaglie per il reddito di cittadinanza e le sceneggiate alla Camera al car sharing nazionale, Alessandro Di Battista is back. Archiviata la parentesi da scrittore ma non certamente quella da opinionista di La7 – è più a “Di Martedì” che a casa sua – l’ex pasionario del Movimento 5 Stelle ha deciso di rimettersi in gioco con un’associazione culturale-politica: sarà il vice di “Schierarsi“, una realtà che ricorda molto da vicino la prima fase grillina. Il presidente è un altro ex pentastellato come Luca Di Giuseppe, ma non solo: sono tanti i punti di contatto nel “programma”, a partire dalla promessa di essere radicali.

“L’obiettivo è semplice. Stare insieme ed occuparci, da cittadini attivi, del nostro Paese e di tutte le questioni che decideremo di affrontare. Poi abbiamo un altro obiettivo: prendere posizione. Posizioni nette. Chiare. Per nulla moderate. Schierarci dalla parte dei più deboli, dei popoli dimenticati, combattere, per ottenere diritti e giustizia. Lo faremo attraverso attività culturali ed una corretta informazione”, l’annuncio in pompa magna di un eccitato Di Battista.

Le idee sono abbastanza tranchant per quanto disparate e sconclusionate: si va dal no alle armi all’Ucraina – sulla linea contiana, insomma – al car sharing nazionale, senza dimenticare l’immarcescibile salario minimo tanto caro ai compagni. Non è finita qui: no al Mes e al Patto di stabilità, servizio civile ambientale, legge sull’acqua pubblica, riforma del sistema bancario. Nessuna sorpresa sulla linea internazionale: terza via in materia di migrazioni (“il tema dei flussi migratori va affrontato con un piano complessivo che abbia come focus il diritto a non emigrare”), rafforzamento dell’autonomia italiana ed europea rispetto agli Usa e sostegno alla causa palestinese.

La linea Di Battista è chiara, un monito forte e chiaro per chi in casa M5s sogna un ritorno in vista delle Europee. Come evidenziato da Repubblica, l’ex braccio destro di Di Maio potrebbe essere l’asso per frenare l'”ascesa” del Pd guidato da Elly Schlein, ma non c’è disponibilità a compromessi: Dibba pretende un progetto radicale, a costo di farsi da parte come testimoniato nelle “trattative” per una candidatura alle Politiche.

Il nome dell’associazione indica la strada: “Schierarsi”. Senza titubanze, senza giravolte firmate dal “padre padrone” Grillo, senza inciuci per accaparrarsi le poltrone. Il tempo darà le risposte del caso, ma la possibilità di vedere Di Battista nuovamente in campo esiste ed è viva. Uno scenario che gli consentirebbe – forse – di evitare  come la visita al campo profughi infiltrato dai jihadisti e di mettere in pratica le ricette tanto decantate nei salotti tv con la solita dose munifica di populismo.

Pubblicato da edizioni24

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