Stati Uniti al voto: schede contestate in Pennsylvania, esplode il caso

Tutto pronto: il mondo saprà questa notte chi tra Kamala Harris e Donald Trump sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Seggi aperti in tutto il Paese, ma come è noto almeno 70 milioni di americani hanno già votato. Inclusi quelli che vivono all’estero. E già ci sono le prime scintille. Proprio sulle schede.  I voti di oltre 4.000 persone residenti all’estero sono stati contestati in 14 contee dello stato in bilico della Pennsylvania.

Lo riferisce il Guardian. La legge della Pennsylvania richiede che qualcuno sia residente nello stato per votare. Ma le contestazioni non sono valide, afferma l’American Civil Liberties Union (Aclu), perché la legge federale consente ai cittadini americani di votare alle elezioni federali nell’ultimo luogo negli Stati Uniti in cui hanno vissuto se vivono all’estero e non sono sicuri di poter tornare nel Paese. L’Aclu, tramite i suoi legali, chiedono di respingere tali contestazioni. Non è facile identificare tutti gli autori delle contestazioni, ma alcuni sembrano riconducibili all’orbita del mondo cospirazionista Maga. Qualche mese fa Donald Trump aveva detto che i voti dall’estero sono fraudolenti. I giudici hanno respinto ricorsi analoghi in Carolina del Nord e in Michigan. Insomma la tensione comincia a salire e di certo lo spoglio sarà lungo, fino all’ultimo voto. 

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