SOS siccità, Coldiretti: a rischio il 28% dell’Italia

Allarme siccità con ricadute sulle coltivazioni e la produzione. Più di un quarto del territorio nazionale (28%) è a rischio desertificazione. Che non riguarda solo le Regioni del Sud. Con la gravissima siccità di quest’anno, che rappresenta solo la punta dell’iceberg di un processo che mette a rischio la disponibilità idrica nelle campagne e nelle città. Con l’arrivo di autobotti e dei razionamenti. Lo rivela un’analisi della Coldiretti in occasione della giornata mondiale dell’Onu per la lotta a desertificazione e siccità. Sulla base dei dati Ispra.

Un appuntamento che cade in una situazione drammatica per il Belpaese con il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca che è sceso a -3,7 metri. Su livelli più bassi da almeno 70 anni. Ma a preoccupare è anche l’avanzare del cuneo salino per la risalita dell’acqua di mare. Che rende impossibile la coltivazione nelle zone del delta. Dal monitoraggio della Coldiretti si evidenzia che è in sofferenza anche il lago Maggiore con un grado di riempimento del 22,7% così come quello di Como al 30,6%.

Nel bacino padano per la mancanza di acqua è a rischio oltre il 30% della produzione agricola nazionale. E la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Ma in alcune zone di Piemonte e Lombardia non piove da quasi tre mesi. E in certi Paesi si ricorre alle autobotti per l’uso civile. Mentre sui ghiacciai del Trentino è stata misurata una quantità di neve compresa tra il 50% e il 60% del valore medio della serie storica.

La situazione è però difficile lungo tutta la Penisola. In un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. Che ha portato a cambiare anche le scelte di coltivazione sul territorio. A preoccupare, precisa la Coldiretti, è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo. Come il grano che fa segnare quest’anno un calo del 15% del raccolto. Ma in difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali. Ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere.

Con il picco del caldo da bollino arancione in molte città e la carenza idrica, rischia di aumentare la dipendenza dall’estero. Da dove arriva il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci. La siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana. Con danni stimati quest’anno pari a circa 2 miliardi di euro.

“In questo scenario di profonda crisi idrica è necessario agire nel breve periodo. Per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili. Dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo. Prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate. Per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità”. Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, che ha incontrato i ministri Patuanelli e  Cingolani.

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