Sorbi intervista Presentini: “Sono sopravvissuta ai bulli. Coi miei fumetti rido di loro”

By Maria Sorbi

Francesca, in arte Fraffrog, entra allo stand della Milan Games Week trafelata, le bottigliette d’acqua incellofanate e pesantissime in una mano, le pizzette (ormai fredde) nell’altra, la sciarpa in qualche modo, il giaccone buttato là. Insomma, scordatevi l’immagine dell’influencer con il look impalcato con 400 prodotti ricevuti in omaggio. Francesca Presentini, 30 anni, di Cortona, 1,6 milioni di followers solo su YouTube, non ha nulla a che vedere con le reginette dei social tutte skin care e «Adoro!». Lei è normale, parla normale, veste normale. Ma ecco, quando impugna la matita, lì sì che diventa una regina. Fumettista, disegnatrice ed editrice, nei suoi video, seguitissimi dai ragazzini (e dai genitori), insegna le tecniche più disparate, gioca con la tecnologia o usa pennini retró e pastelli.

Allo stand della sua casa editrice Gigaciao c’è una fila infinita di appassionati di fumetti per il firma-copie. La casa editrice, indipendente, è stata fondata nel 2022 da una piccola squadra di illustratori: Sio, Fraffrog, Dado e Giacomo Bevilacqua.

Che dici Fraffrog, avete fondato la nuova Image Comics italiana?

«Questo non lo so. Mi limito a raccontare tematiche di cui mi importa, della mia vita, delle problematiche che un ragazzo può affrontare nelle fasi della crescita. Inclusività, genere».

Siete stati coraggiosi. Non facile «infilarsi» nel mare magnum dell’editoria.

«Siamo assolutamente fieri. Dopo molti anni nel settore dell’editoria come autori ci rivisitiamo in veste di editori ma sempre con uno sguardo al mondo da cui veniamo, quindi con il rispetto e l’amore per i contenuti. E mettendo al primo posto anche gli autori perché senza di loro non esisterebbe la magia».

In un mondo di social «vuoti», finalmente vince la sostanza. Quella nata da una professione, da una passione.

«Il contenuto è anche quello che ci ha permesso di stare tanto a lungo nel posto dove siamo, nei social e anche al di fuori. Quello che ci impegniamo a fare non è soltanto una cosa vuota e priva di senso ma vogliamo lasciare anche un messaggio ai ragazzi che ci seguono. Ogni volta speriamo che in qualche modo escano arricchiti».

Nei tuoi corti animati affronti temi vicini ai bambini: traumi d’infanzia, scuola. È vero che anche tu sei stata bullizzata?

«Si, lo sono stata. Ero una che rispondeva quindi era divertente bullizzarmi. Ne prendevo sempre ma rispondevo anche e questo faceva molto ridere i bulli. Ragazzi, tenete duro e chiedete aiuto anche se vi sembra che non sia una cosa importante. Invece lo è. Rivolgetevi sempre a degli adulti».

Fumetto preferito?

«Di sicuro ‘La profezia dell’armadillo’ di Zero Calcare: è stato l’inizio di un lungo percorso anche mio che mi ha spinto a mettermi a fare fumetti».

Fumetto più letto durante l’infanzia?

«Zio Paperone. Mi piacciono tantissimo tutte le sue storie. ‘Il matrimonio di Zio Paperone’ è la mia preferita».

Consiglio per chi vuole fare questa professione.

«Mettersi in gioco fin da piccoli. Disegnare tanto, esercitarsi. Dedicarsi a piccoli progetti che non siano la trilogia fantasy di 4mila pagine ma magari un fumetto di poche pagine, un piccolo video. Alla fine i piccoli progetti diventeranno grandi».

Una cartoleria su tre sta per chiudere: un dato che racconta di una realtà per cui sembra non ci sia più spazio?

«I nuovi media non cancelleranno del tutto quelli vecchi, magari faranno sì che si riassestino un po’. Gli appassionati di cancelleria ci sono, siamo tanti».

Perversione per un odore di cancelleria?

«Libri nuovi, droga. Bellissimo aprirli e annusarli».

Pubblicato da edizioni24

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