Sofia Goggia presa di mira dalla lobby degli lgbt

Bufera, non di neve, sulla campionessa di sci Sofia Goggia, dopo un’intervista al “Corriere della Sera” nella quale la medaglia olimpica ha toccato l’argomento della omosessualità non con i soliti toni del politicamente corretto tanto cari alla sinistra. Per non parlare della questione dei trans nello sport, altro tema sul quale è impossibile dire con sincerità cosa si pensa. Alla domanda se nello sci esistano atleti gay, Sofia Goggia ha risposto, testualmente:  “Tra le donne qualcuna sì. Tra gli uomini direi di no. Devono gettarsi già dalla Streif di Kitz…”, ha detto ironizzando su una pista particolarmente difficile. Apriti cielo. Le organizzazioni Lgbt si sono scatenate con tweet di protesta e accuse di tutti i tipi. Un tweet su tutti: “Spiace che Sofia Goggia non riesca a capacitarsi di come noi #LGBTQ+ siamo in grado di fare tante cose diverse, compreso gettarci giù dalla Streif di Kitz. In più, non è lei a decidere dove gareggiano atletǝ trans, fortunatamente. Persone che non si trasformano ma esistono….”, così Gianmarco Capogna.

La sciatrice bergamasca, sempre nell’intervista pubblicata dal quotidiano, aveva risposto anche alla domanda se sia giusto che i transgender gareggino con le donne: “A livello di sport, un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più. Non credo allora che sia giusto”. Eresia, scandalo, indignazione dalla sinistra Lgbt “democratica”, che a turno sceglie chi criminalizzare per le proprie opinioni. Dire che i gay non sono ovunque e che i trans dovrebbero gareggiare… con i trans, è diventata blasfemia laica. E stavolta la bestemmia è stata attribuita all’educatissima Sofia Goggia.

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