By Fabio Vacca (per ith24)
Emergono nuove inquinanti sul caso Silvia Romano, la ragazza 23emne rapita in Kenya e rilasciata il 10 maggio scorso dopo 18 mesi di prigionia. L’indiscrezione dopo la perquisizione dei Ros nella sede della Onlus Africa Milele, che un anno e mezzo fa ha mandato senza né testa né coda, ma soprattutto senza assicurazione la 24enne cooperante milanese in Kenya, fa gelare il sangue nelle vene.
Infatti, secondo il Messaggero, i due uomini di Chakama, nella contea di Kilifi (80 km da Malindi) dove Silvia è arrivata appena 2 settimane prima del rapimento, avrebbero forse venduto la cooperante ai terroristi islamici di Al Shabaab?
Non fosse altro che uno dei due Masai macete in pugno, pronti a difendere Silvia dai terroristi con mitra e bazzuga, è il marito di LilianSora, la fondatrice della Onlus a cui si era affidata la Romano.
Difatti la pezza a colore che cerca di mettere la responsabile della Onlus non convince affatto gli inquirenti. “Qualche giorno prima della mia cattura – raccontò Silvia agli inquirenti – due uomini vennero a cercarmi nel villaggio. Io lo seppi dopo ma il masai che doveva essere con noi non fece nulla su questo episodio”. E al momento del rapimento, i due masai erano assenti: “Uno era al fiume e l’altro in giro per il villaggio”.
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