By Giuseppe Falco (per ith24)
Una storia che sotto certi punti di vista ha dell’incredibile. Ma la gioia di rivedere Silvia Romano salva e a casa supera ogni logica. Anche se alcune considerazioni vanno fatte. Vanno fatte solo perché Silvia Romano di sua spontanea volontà si è convertita all’Islam. È stata trattata benissimo, ha dichiarato appena atterrata. Quei carcerieri, in fondo, erano umani. Forse talmente umani che girano armi in pugno a sequestrare nostri connazionali promettendo che se lo Stato non paga loro milioni di euro, li decapitano.
Silvia Romano, nonostante le indiscrezioni parlano di un matrimonio forzato con uno dei carcerieri, usa sempre la parola: umani. Quasi come se i rapitori l’avessero rapita perché non riuscivano a combinare il pranzo con la cena. Quasi quasi chiediamo anche scusa. Anzi. Paghiamo. Paghiamo e rafforziamo un braccio armato che ci minaccia ogni giorno con i suoi attentati: Nizza, Parigi, Belgio.
Ma Silvia Romano ora è a casa. E se qualcuno prima di avventurarsi in quelle zone, si era permesso di avvisarla dei grossi rischi che correva, beh, oggi passa per insensibile. Per uno senza cuore. Poi se perdiamo uomini come Calipari, chissenefrega.
Silvia Romano, prigioniera, trattata bene, che si sappia, invece di chiedere la Bibbia ha chiesto il Corano. L’ha letto. Si è convertita. Siamo felicissimi per lei, anche perché ognuno di noi è libero di scegliere senza condizionamenti. Solo che le proprie scelte non dovrebbero poi ricadere sugli altri. Oggi è diventata un simbolo. Chissà, domani la potremmo vedere al fianco di Laura Boldrini. Ma è solo una fantasia, prematura. Ma non irrealizzabile.